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Lettere
Gli errori di Fini Stampa E-mail
07/08/05

articolo di riferimento: Contrappunti Le giravolte di Fini

L'Assemblea nazionale di AN si era conclusa domenica 3 luglio con l'approvazione di un documento unitario...

In un intervista rilasciata ad un quotidiano l'on. Ignazio la Russa, uno dei "colonnelli" di Alleanza Nazionale, aveva espresso la propria soddisfazione per il risultato raggiunto, perchè si è evitato che il partito si spaccasse sulla legge 40 e i referendum che l'hanno confermata. L'on. La Russa glissa sui termini del problema, che non è costituito dalla legge 40, ma dalla leadership di Gianfranco Fini (come poi emerso dall'intercettazione dei famosi colloqui al bar tra i "colonnelli" ...).

Il risultato dell'Assemblea nazionale ha soddisfatto La Russa, ma ha sorpreso e ha lasciato fortemente perplessi la maggior parte degli osservatori. La ragione di questa perplessità non è per un interesse a vedere divisa AN, ma poggia nel buon senso. Fini in questo momento avrebbe dovuto passare la mano perché ha semplicemente dimostrato di non essere all'altezza quale segretario di partito (peraltro sta svolgendo in maniera egregia il ruolo di Ministro degli Esteri). Immaginare che dopo quindici anni vi sia un cambio di segreteria in AN non pare un assurdo. Le segreterie a vita - in AN come in tutti i partiti - non sono un buon segnale.

Fini ha compiuto tali e tanti errori che forse occorre brevemente ricordare.

In primis, come puntualmente documentato da EuropaOggi, si è dissociato da stesso cambiando posizione su una tematica tanto importante quale quella della tutela della vita, della bioetica, dell'eugenetica, ecc. 

Ha poi sbagliato come parlamentare, perché prima ha votato la legge 40 e poi a favore del referendum che vuole abrogarla.

Ha sbagliato come segretario di partito, perché non può delegittimare l'operato del partito che tale legge aveva voluto e votato.

Ha sbagliato ancora come segretario, perché non può pensare di esprimere a cuor leggero posizioni personali, ma è chiamato a rappresentare quelle del partito.

Ha sbagliato come segretario anche perché non aveva concordato nulla con nessun organo di partito.

Ha sbagliato come vicepremier, essendo la legge 40  una delle leggi più qualificanti di questo governo.

Ha sbagliato, infine, perché è riuscito a schierarsi a favore del referendum che ha ottenuto il risultato peggiore della storia (Rutelli, più furbo, si è schierato dalla parte giusta, rimarcando la sconfitta di Prodi e uscendo leader indiscusso della Margherita, come dimostra proprio il patto siglato con lui dai prodiani ormai fuori da tutti i giochi).

Se dopo questa serie incredibile di errori uno non lascia l'incarico di segretario di partito, ma quando lascia?

Domenico Martino



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