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Religione e societą - Notizie e Commenti
Giornata Mondiale della Gioventł: abbandonarsi a Cristo Stampa E-mail
Un'esperienza dalla GMG 2008, l'incontro dei giovani col Papa tenutosi a Sydney al 15 al 20 luglio
      Scritto da Luca Gori e Luca Romani
03/11/08

gmg2008_giovani.jpgQueste sono le riflessioni e le emozioni che abbiamo provato nel corso della Giornata Mondiale della Gioventù a Sydney. Un’esperienza unica, trascorsa insieme al Gruppo AIAS di Pistoia, guidato da Don Diego Pancaldo, cui va il nostro ringraziamento per averci dato la possibilità di essere lì, tutti insieme, ma soprattutto insieme ai nostri ragazzi portatori di handicap. Non è questo un racconto della GMG, ma solo un piccolo, limitato quadro di quanto ha vissuto il nostro gruppo.

Trovarsi riuniti intorno ai più deboli. Un fatto che potrebbe suscitare meraviglia in un tempo in cui la bellezza fisica, il vigore e la prestanza vengono esaltati al punto tale da farne una condizione esclusiva per il vivere con dignità. Il gruppo A.I.A.S. di Pistoia che ha partecipato alla Giornata mondiale della Gioventù a Sydney si è trovato, invece, a vivere un’altra meraviglia: la scomparsa di ogni distinzione fra assistenti ed assistiti se non addirittura, in talune occasioni, una inversione di ruoli.

Ognuno dei partecipanti ha avuto, nel corso della propria vita, un personale contatto con la realtà dell’AIAS, vissuto in estrema libertà come volontariato, come professionista o come semplice partecipazione alla vita della comunità religiosa dell’Associazione. Già questo ha costituito una prima ricchezza, perché ha consentito di radunare insieme differenti esperienze e sensibilità. Invero, la presenza di don Diego Pancaldo, conosciuto da tutti noi nella sua veste di docente del liceo Forteguerri di Pistoia o di sacerdote, è stata la causa che ci ha aggregati per questo pellegrinaggio, indicandoci il fine ultimo, la difficoltà concreta ed il carico di responsabilità di cui questo lungo viaggio ci avrebbe gravato.

L’unità del nostro gruppo, dunque, non è giunta come dato di partenza, ma piuttosto come frutto dello sforzo di interessarsi a Cristo nei nostri diversi impegni quotidiani: ci siamo trovati riuniti a partire da diverse esperienze di formazione, di ricerca e di impegno professionale.

Tutti questi elementi – che possiamo compendiare nel tentativo di intraprendere con serietà un cammino di fede a partire dai propri “talenti” – hanno consentito di vivere appieno la realtà della GMG; e anche l’itinerario successivo nella natura, talora aspra, della terra australiana non è stato un giro turistico, ma la percezione viva della bellezza di Dio, realizzatasi nella straordinarietà del Creato.

Durante il soggiorno a Sydney, un evento apparentemente accidentale ha diviso il gruppo di due parti, lasciando alcuni dei partecipanti a vivere la GMG nelle stanze dell’albergo: infatti, una passeggera influenza, dovuta all’inverno australiano, ha debilitato una decina di pellegrini. E’ possibile vivere appieno la GMG pur non partecipando al magnifico raduno che si tiene per la veglia serale e per la messa mattutina? La nostra risposta è senza dubbio affermativa.

In quel momento di malattia e tristezza, che avrebbe potuto sfociare in rabbia o rassegnazione, abbiamo messo alla prova o – meglio – siamo stati messi alla prova nella nostra capacità di avvicinarci pienamente a Dio, nonostante l’assenza di quel “clima” di particolare intensità della veglia, che ti fa sentire pienamente in comunione coi fratelli e con Dio.

E’ una fede più matura quella che è abbiamo sentito crescere dentro di noi proprio grazie alla compresenza di questi due eventi fra loro divergenti, in tensione: la malattia, da un lato, e la particolare grazia della Giornata mondiale, dall’altro, ci hanno consentito di scoprire una intimità, una relazione diretta, personale e unica con Dio. Il desiderio di vivere ugualmente con intensità questa Giornata mondiale ha avuto la sua massima espressione nell’Adorazione Eucaristica che si è tenuta in albergo, in contemporanea a quella presieduta dal Santo Padre a Randwick (il grande spazio dove si sono radunate le centinaia di migliaia di giovani partecipanti): è stato un momento culminante di condivisione intellettuale e spirituale, nel corso del quale siamo stati toccati subito da quel richiamo ad abbandonarsi a Cristo che ha trovato in noi, in quel momento molto deboli e, forse, tristi, un terreno estremamente fecondo.

Qual è, allora, il vero valore della GMG vista come “grande evento” del popolo cristiano?
Il primo elemento che emerge è la straordinaria compostezza di una moltitudine di persone che si ritrova in una città e che porta con sé, a prescindere dalla provenienza geografica, le proprie radici culturali, fondate sul rispetto della persona umana, a immagine e somiglianza di Dio.

La dimensione dell’incontro con i fratelli fa sì che lo Spirito sia presente ed operante: lo si avverte nel momento della preghiera come nel momento del silenzio e dell’ascolto, quando gli occhi si rivolgono all’unisono al Cielo e le mani si stringono nella recita del Padre Nostro. Si realizza così il miracolo di sentirsi parte della Chiesa, che vedi edificata nella folla che ricerca la Verità, e inizi a scorgere il progetto che Dio ha per l’uomo. L’incontro, dunque, è un ingrediente essenziale dell’esperienza cristiana, poiché è dall’esempio dei fratelli che possiamo imparare; è dal racconto dei fratelli che possiamo apprendere nuove cose; è dal bisogno dei fratelli che si esercita la carità; è insieme con i fratelli che si cambia la storia; è dalla sollecitudine dei fratelli che si propone la luce di Cristo a chi ne è privo.

Mettendo assieme queste due esperienze della Giornata, quella di Randwick e quella degli amici ammalati in albergo, viene in mente la Croce: la dimensione orizzontale, ovvero l’incontro con Dio e con i fratelli, sperimentato durante la notte della Veglia; la dimensione verticale, il dialogo con Dio, intimo e personale, vissuto davanti all’Eucaristia. Al centro, sempre e comunque, rimane Cristo, e la bellezza dell’incontro con Lui.

Ritornati a casa, abbiamo un preciso dovere di cui farci carico con la solita libertà che ci è stata data, ma anche, se decidiamo di accoglierlo, con estrema serietà e dedizione. E’ il dovere dell’annuncio e della testimonianza personale e concreta, da fare nelle nostre realtà di vita cristiana.


Prossimo appuntamento: Madrid 2011!

Sui siti http://www.gmg2008.it/ , http://www.avvenire.it/gmg, korazym.org  è possibile trovare la cronaca delle giornate, i commenti di chi ha partecipato (con una serie di blog), i discorsi del Papa.
Sul nostro sito, il resoconto della GMG di
Colonia 2005, la prima col nuovo Papa Benedetto XVI; una testimonianza da una GMG ancora precedente, Czestochowa 1991.
In Italia, questa Giornata della Gioventù si inserisce nel percorso triennale della
"Agorà dei Giovani italiani".



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