Era il 1991. Avevo ventun anni, e decisi di partecipare alla Giornata mondiale della Gioventù che si sarebbe svolta ad agosto presso il Santuario della Madonna Nera di Czestochowa, in Polonia. Mi aspettavo una bella esperienza, ma ne avevo un'idea vaga: sarebbe stata una gita divertente, avrei conosciuto nuovi amici, avrei forse provato una sensazione particolare nel pregare con giovani di altre nazioni. Magari, pensavo, qualcuno troverà buffo che noi giovani di Roma, che abbiamo il Papa "sotto casa", ci facciamo tre giorni di pullman per incontrarlo in Polonia !
L'impatto fu entusiasmante, qualcosa di completamente diverso dalle aspettative. La partecipazione dei giovani risultò oceanica - oltre un milione e mezzo di partecipanti -, nettamente superiore a quella dei due precedenti raduni (Buenos Aires e Santiago de Compostela). Era da poco caduto il Muro di Berlino, e questo incontro aveva un grande significato di libertà: decine di migliaia di giovani, anche ortodossi, non credenti, arrivarono con ogni mezzo - con l'autostop, a piedi, facendo giorni di marcia! - dai confinanti Paesi dell'ex Unione Sovietica. L'organizzazione polacca collassò, ma i giovani si... adattarono.
L'affiatamento con i ragazzi delle altre nazioni fu immediato, la lingua non rappresentava nessun ostacolo. Nelle due notti trascorse nell'attesa dell'arrivo del Papa, si fece l'alba cantando e ballando: si formavano gruppetti multinazionali, in cui si alternavano canti religiosi e profani, giochi, danze delle diverse nazioni.
Per comprendere il clima, basti un episodio. Una sera io ed altri amici compriamo da mangiare ad un chiosco. Non essendoci tavolini liberi, ci troviamo un attimo in impaccio nell'appoggiare le pietanze e le bevande acquistate. Accanto a noi erano sedute alcune ragazze polacche che, vedendoci in difficoltà, ci offrono il posto. Ci diciamo: non è da 'cavalieri' per dei ragazzi accettare il posto da ragazze, ma.. si tratta solo di qualche minuto ! Accettiamo la cortesia e, mentre mangiamo, scambiamo qualche parola in uno strano linguaggio misto di francese, inglese e tedesco. Ci spiegano che sono appena arrivate al santuario (avevano ancora con sé gli zaini), che provengono da un paesino distante 30 km e che... sono venute a piedi zaino in spalla !!! Altro che un piccolo strappo alle regole della 'cavalleria': ci avevano ceduto il posto ragazze stanchissime, che però lo avevano offerto con gioia a fratelli nella Fede provenienti da un altro Paese.
Le celebrazioni con il Papa, poi, furono di un'intensità indimenticabile. Pregare nelle diverse lingue - e tutti insieme in latino - dava davvero il senso della 'cattolicità', dell'universalità della Chiesa. Ricordo che il tema delle giornate era "Avete ricevuto uno Spirito da figli", e che l'inno era Abbà Oice (Oice in polacco significa Padre). Ricordo anche l'Appel, la preghiera che i polacchi avevano recitato per anni, tutte le sere, durante la prigionia del loro primate, il cardinal Wishinsky, segregato dal regime comunista. Giovanni Paolo II, col suo magnetismo e le sue parole, aveva saputo creare un'esperienza umana e religiosa unica.
Riuscii a partecipare nuovamente al raduno nel 1997, a Parigi. Mi sforzai di convincere a partire molti amici, raccontando in termini entusiastici la mia precedente esperienza. Spero di non aver deluso le loro aspettative ! Di quelle giornate mi colpì l'organizzazione efficiente e l'impegno dei volontari che si prodigavano per metterci a nostro agio (anche se non c'era il fascino del caos magicamente sotto controllo del 1991).
Lasciai quella nuova esperienza con un proponimento: per la GMG del 2000, a Roma, sarei passato dall'altra parte della 'barricata', quella dei volontari. Fu una faticaccia, ma l'entusiasmo ci sorreggeva. A Roma oltre due milioni di giovani poterono partecipare ad un evento che ha segnato le vite di molti.
Prossimo appuntamento, Colonia 2005. Giovanni Paolo II, purtroppo, non ci sarà. Ma il suo ricordo, e l'intesa che certamente nascerà col nuovo Papa, renderanno anche questo evento indimenticabile.
Giovanni Martino