Sue Monk Kidd
La vita segreta delle api

Mondadori, Milano, 2006
Un libro che si legge volentieri, scritto bene e senz’altro originale. Già, perché tra le protagoniste del racconto ci sono anche le api. Leggendolo, il lettore troverà probabilmente alcuni punti di contatto – anche del punto di vista stilistico – con due capolavori delle letteratura americana che tutti abbiamo letto (almeno spero): Le avventure di Tom Sawyer e Il buio oltre la siepe.
Quando l’ho visto in libreria devo dire che ho pensato a uno dei tanti libri sulla vita degli animali (beh, Piero Angela da questo punto di vista ha fatto la fortuna dei divulgatori del settore..). Ma non era così. Si tratta infatti di narrativa. E di narrativa di successo, visto che al momento attuale di questo libro ne sono state già vendute 4,5 milioni di copie (almeno così dichiara l’autrice nel sito) e ha collezionato traduzioni in 23 lingue.
Diciamo subito che, in Italia, tutto questo consenso da parte del pubblico (almeno sinora) non si vede. D’altra parte (il Codice da Vinci insegna), il successo di vendite non è detto che sia sinonimo di qualità.
Ambientato nel South Carolina del 1964, tutto il racconto è un inno al potere rigeneratore dell'affetto e alla bellezza del lavoro di apicoltore. La protagonista della storia – molto viva e coinvolgente - è Lily, una ragazzina bianca di quattordici anni orfana di madre che vive con T. Ray, il padre, uomo rozzo e prepotente che di professione fa il frutticoltore (coltiva un grande pescheto). A prendersi cura di Lily è Rosaleen, una eccentrica governante di colore (è affetta da una travolgente passione per il tabacco da masticare!) che ha preso il ruolo di figura materna.
Nel romanzo Lily è tormentata dal rimorso di essere stata la causa – involontaria – della morte di sua madre, uccisa durante l’ennesimo litigio tra i suoi, dalla pistola del padre che la piccola Lily ha raccolto da terra facendo inavvertitamente partire un colpo.
Da quel momento Lily si rinchiude in sé, in un mondo fatto di paure e di angosce, dove protagonista è l’immagine confusa della madre il cui ricordo è legato non alla sua figura (Lily era troppo piccola per ricordarla), ma alla scoperta di alcuni oggetti materni tra cui un quadretto raffigurante una Madonna nera con una scritta sul retro “Tiburon, South Carolina”.
Quando Rosaleen per aver esercitato il suo diritto al voto - sono questi gli anni delle rivendicazioni razziali – viene aggredita da tre uomini bianchi e messa in prigione, Lily decide di fuggire con lei proprio a Tiburon. Decisa a scoprire finalmente chi davvero fosse sua madre e cosa rappresenta quel misterioso quadro.
Le due fuggiasche trovano rifugio presso tre simpaticissime sorelle di colore che vivono... allevando api. E il cui miele viene venduto con, in etichetta, l’immagine della Madonna nera che Lyli ha ritrovato tra gli oggetti materni. Sarà proprio grazie alle tre apicoltrici – e al lavoro che svolgerà in apiario per dar loro una mano - che Lily riuscirà finalmente a riappacificarsi con se stessa, e a intuire il significato del dolore che l’ha accompagnata fin da bambina.
Il tutto... condito da moltissimo miele. Già perché nel romanzo, sin dal primo capito, di api e di apicoltura se ne parla continuamente. Si può dire che l’aroma del miele accompagna tutto il racconto.
L’unica parte un po’ fragile del romanzo si ritrova nel ruolo che nella vicenda svolge la devozione alla statua di una Madonna Nera (in verità si tratta della polena di una nave) venerata dalla tre sorelle apicoltrici e da un gruppo di loro amiche. Un culto – tutto femminile - un po’ strano, a volte un po’ grottesco, che fa “il verso” (anche se non scade mai nell’irriverenza) alla venerazione che i cattolici hanno della Madre di Dio.
E infine (da apicoltore quale sono, anche se per hobby) direi: “onore alla autrice” che – digiuna di nozioni sull’apicoltura – grazie ai consigli di due appassionati beekeepers della Carolina del Sud (Dave e Janice Green della Pot O’Gold Honey Company), di svarioni su come si allevano le api (a parte uno, piccolo piccolo che lascio agli apicoltori lettori il gusto di scoprire) non ne ha fatti!