Droghe
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L'êthos, le canne e i picciotti
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      Scritto da Paolo Petrilli
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“Un êthos è autenticamente tale quando riesce a conformare una visione intera della vita”. Così si esprimeva Navarro-Vals in un suo articolo.
La carenza di êthos nelle culture postmoderne, cioè le nostre, ha un effetto preciso: l’incoerenza di fondo. E il fondo è la panoramica etica delle nostre esistenze che sommate fanno le politiche nazionali, che sommate fanno le politiche internazionali. La visione parziale, per scompartimenti, delle politiche nazionali ed internazionali è conseguenza di una visione parziale dell’esistenza: “l’êthos di chi difende la vita dovrebbe essere lo stesso di chi difende il diritto alla vita di malati inguaribili”. Che il nostro êthos possa essersi polverizzato a favore di verità a misura di consenso può condurre a raffinate cecità. Tornando a ragionare in una prospettiva individuale, dove tornano a contare le piccole grandi responsabilità personali, ecco una piccola provocazione. Poiché l’uomo esiste in quanto essere corporeo, anche il corpo partecipa delle scelte etiche, così un corpo può sfilare in un corteo antimafia e poi “farsi le canne” mentre ne discute in un’assemblea studentesca o in un centro sociale o nei bagni del Parlamento italiano.
Chiunque è a conoscenza del fatto che in Italia non circoli un grammo di quella ed altre sostanze che non sia sotto il controllo di associazioni mafiose. Eppure, se un capo mafia vi chiedesse un euro, con la coppola in mano, per finanziare le sue attività illecite e per pagare gli stipendi dei picciotti, il vostro senso etico vi trascinerebbe via inorriditi. Quello stesso senso etico che va in “fumo” ogni volta che volete concedervi un “innocuo piacere”. Très choc!
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