Se un imbonitore ci ripete per anni che i suoi prodotti hanno una qualità - "certificata dalle migliori università" - superiore a quella della concorrenza, probabilmente penseremo che esagera; ma penseremo anche, non avendo tempo di verificare con attenzione le sue affermazioni, che "dopotutto quei prodotti non devono essere tanto scadenti: altrimenti non avrebbe la sfrontataggine di definirli i migliori". E magari finiremo per acquistarli!
E' il meccanismo della propaganda: ripeti all'infinito un'affermazione non facilmente verificabile, e alla fine sembrerà vera.
In un nostro precedente numero abbiamo evidenziato che sulla "questione morale" la sinistra si attribuisce una superiorità non basata sui fatti, anche se ossessivamente ripetuta negli anni. Anche i primi mesi di governo delle nuove giunte regionali non sembrano una buona partenza...
Un'autocritica dobbiamo però farla anche noi cittadini. Troppo spesso pretendiamo dai politici un moralità che invece riteniamo aggirabile o "superata" per noi, nella vita quotidiana. Per esempio, ci sembra che fenomeni come quello delle cubiste-bambine, di cui parliamo in un approfondimento, non possano essere accettati con leggerezza.
La citazione
"Senza moralità civile le comunità periscono; senza moralità privata la loro sopravvivenza è priva di valore" (Bertrand Russell)