La vigilia di ferragosto La Repubblica spara in prima pagina un titolone sulla "fuga dall'ora di religione", sostenendo che la scelta per tale insegnamento sarebbe precipitata nelle scuole superiori dall'88,3 per cento del 2001 al 62,4 dell'ultimo anno scolastico.
Il 6 settembre, finalmente, nella tradizionale conferenza stampa d'inizio del nuovo anno di studi, il ministro della Pubblica Istruzione fornisce le percentuali ufficiali: le frequenze complessive all'ora di religione nell'anno 2004-2005 sono state del 95,9 per cento nelle materne ed elementari, del 94,3 per cento nelle medie e dell'87,4 per cento nelle superiori.
Sempre nelle superiori, lo scostamento rispetto alle cifre dell'anno precedente è minimo: lo 0,5 per cento in meno. Insignificante anche la variazione nell'arco degli ultimi dodici anni: l'1,7 per cento in meno, stando ai dati elaborati dalla Conferenza episcopale italiana, che rispecchiano molto da vicino quelli del ministero.
E si tenga conto che i giovani che scelgono l'ora di religione lo fanno nonostante il fronte laicista abbia imposto come allettante alternativa... la possibilità di non far niente! (Ovvero di arrivare dopo o andar via prima).
Come "fuga" non c'è male...
D'accordo che il diffuso quotidiano di largo Fochetti ha digerito male la sconfitta ai referendum, ma se si preoccupasse di sostenere le sue crociate anticlericali con qualche notizia reale e non truccata, la sua credibilità ne guadagnerebbe.