Il 7 maggio si è svolta (?) la "Festa dei vicini di casa": il Comune di Roma ha invitato i cittadini ad organizzare momenti di ritrovo con i propri vicini.
Un'idea che non sarebbe sbagliata, se servisse a stimolare un rapporto di consuetudine quotidiano e sincero, non episodico e formale.
Ma... c'è un ma. La locandina che pubblicizzava l'evento raffigurava una casa con sei finestre spalancate di sei diverse abitazioni, cui si affacciavano condòmini pronti a socializzare e dimentichi delle risse di vicinato. Ebbene, i condòmini che si affacciavano erano (partendo dalla prima finestra in alto a sinistra): uomo anziano solo, ragazzo solo di colore, ragazza sola, altro ragazzo solo, coppia di ragazzi maschi (studenti?), donna anziana sola. Fine.
Nessuno ha più come vicini una famiglia "tradizionale" con marito, moglie e figli? O è stata abrogata per delibera comunale?