
Nel Medioevo alcuni monaci amavano alzarsi nel cuore della notte per recarsi nel bosco. Rivolti verso Oriente, attendevano il sorgere del sole. Rimanevano in piedi, in silenzio, in un’attesa vigile, con le braccia protese e le mani aperte verso il cielo come per catturare i primi raggi di sole per poter essere illuminati nel cuore e nella mente.
Uomini protesi verso il cielo per poter catturare un segno o una voce capace di parlare al cuore dell’uomo.
In epoca moderna, essendo l’uomo ormai 'illuminato' dal pensiero illuminista, ha deciso di eliminare l’attesa – fermarsi a pensare non è in linea con i tempi (non si accettano tempi morti ) – e la ricerca della luce che illumini l’uomo è stata sostituita dalla ricerca di una voce amica. Qualunque essa sia e ovunque essa sia.
Siamo arrivati ad installare antenne e ricevitori anche sulla Luna per cercare di captare ogni possibile segnale proveniente dal più profondo degli spazi. Non interessa il contenuto dell’ipotetico messaggio o voce, .
Abbiamo alzato un’incredibile Torre di Babele per cercare di toccare il cielo e siamo andati anche oltre. L’effetto è che l’uomo, il quale mai era arrivato così in alto, si è chinato su se stesso.
Oggi l’uomo ha smesso di guardare il cielo e il suo sguardo si è rivolto verso un cellulare che non ha più antenne.
Sguardi fissi sul telefonino nella vuota attesa che uno squillo ci ravvivi, che qualcuno si ricordi di noi. Questa l’unica attesa vigile di cui si è capaci.
E siccome non squilla, ecco che l’attesa dell'altro diviene vuoto, un vuoto sempre più difficile da sopportare. La mente del/della giovane è in cerca di un'illuminazione... del tipo: “Esco da casa e vado a trovarlo”? Macché. L’illuminante pensiero è: “Gli mando un sms!”; il cui tenore è “Pucci mio, tvtb kiss Micia81” oppure “6 mitica, 6 1 schianto, tuo @”.
Ecco il respiro dell’anima moderna. L’ultimo.