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Politica - Notizie e Commenti
Il "giusto" rimborso referendario Stampa E-mail
Per i radicali e gli altri promotori i referendum sono anche un modo per finanziarsi
      Scritto da Giorgio Gibertini*
08/05/05

pannella_congresso.jpg

*Coordinatore nazionale giovani Movimento per la vita italiano

E' vero che se non si raggiunge il quorum dei votanti (50% degli aventi diritto più uno) lo Stato non garantisce il rimborso elettorale?

Mi pone questa domanda, durante uno dei numerosi incontri di questi giorni, un anziano signore, ma sembra già sapere la risposta.

Mi informo, faccio ricerche su internet e scopro il mistero dietro la domanda e da allora, è passato circa un mese, sbandiero sempre anche questa notizia perché è giusto che la gente sappia, è giusto che l’opinione pubblica abbia tutte le informazioni, corrette, vere.

E’ vero, esiste un rimborso elettorale anche per i promotori del referendum. Pochi lo sanno ed è un motivo in più per sostenere l'astensionismo attivo per il quale abbiamo già anche altre nobili motivazioni. La legge a cui facciamo riferimento è la n.157 del 3 giugno 1999, che regolamenta le nuove forme di finanziamento ai partiti tramite i rimborsi elettorali e referendari. In questa legge si dice proprio così: il rimborso referendario ai comitati promotori sarà dato solo se verrà raggiunto il quorum qualunque sia l'esito del referendum, ovvero sia che vincano i SI sia che vincano i NO.  Ribadisco, questo è un altro motivo valido per NON ANDARE A VOTARE, perchè andare a votare e dire NO può aiutare non solo a far vincere i SI, ma anche a far prendere il rimborso referendario ai radicali, diesse e quanti altri che sappiamo poi come useranno contro la vita e la famiglia quei soldi che provengono dalle nostre tasse di cittadini italiani.

Che cosa prevedere questa legge. Ecco cosa dice l'art.4 della legge 157 del 03/06/99. In caso di richiesta di uno o piu' referendum, effettuata ai sensi dell'articolo 75 della Costituzione e dichiarata ammissibile dalla Corte costituzionale, e' attribuito ai comitati promotori un rimborso pari alla somma risultante dalla moltiplicazione di lire mille per ogni firma valida fino alla concorrenza della cifra minima necessaria per la validita' della richiesta e fino ad un limite massimo pari complessivamente a lire 5 miliardi annue, a condizione che la consultazione referendaria abbia raggiunto il quorum di validita' di partecipazione al voto

Facciamo un po' di contabilità spiccia. Mille lire sono 0,52 euro. Le firme che contano sono quelle "fino alla concorrenza della cifra minima necessaria per la validità della richiesta", dunque non 750.000 firme, quelle raccolte, ma 500.000, quelle necessarie per fare il referendum. Zero euro e cinquantadue centesimi  moltiplicato per 500mila fa esattamente 260mila euro.  Mezzo miliardo delle vecchie lire. Ovviamente per 4 che è il numero dei referendum ammessi e questo ci fa capire anche il perchè i radicali, e chi per loro, promuovano sempre più di un referendum... per prendere il rimborso elettorale più alto possibile: in questo caso due miliardi di vecchie lire.

Quindi oltre al danno la beffa, potremmo dire. Spendiamo soldi per pagare deputati e senatori che promuovano leggi; avremo un enorme "impiego" di soldi in tutte le tornate elettorali amministrative già in calendario tra aprile e maggio ed in più si inserisce questo referendum che solo 750 mila persone hanno richiesto. Evitiamo questi sprechi di soldi e non solo per la questione morale ma anche per un senso civico. Ed allora l’ultima domanda sorge spontanea: sarà anche giusto rimborsare chi si preoccupa di far partecipare “il popolo sovrano” alle attività democratiche, ma che cosa si potrebbe fare in termini di aiuto alla vita ed alle famiglie con l'equivalente del rimborso referendario?

Vi propongo Progetto Gemma, nato in senso al Movimento per la vita italiano nel 1994, che è un progetto di adozione prenatale a distanza: donatori anonimi adottano una mamma in attesa per 18 mesi versando ai nostri centri che aiutano queste mamme "solo" 160 euro mensili. Dal 1994 ad oggi, grazie a Progetto Gemma, abbiamo visto nascere oltre 8 mila bambini. Ecco: un milione di euro potrebbe far nascere 350 altri bambini e far rinascere alla vita, alla fiducia nella vita, i 350 mamme e papà tentati dall'aborto. Questo è un semplice ma concreto aiuto alle famiglie, questa è una semplice ma concreta legge di politiche familiari.



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