Quando c’è di mezzo la mafia sembra essere davvero difficile capire cosa s’intenda per logica e per buon senso. Sì, capire effettivamente per quale motivo vengano dati “premi per buona condotta” a pentiti come Brusca.
Sta di fatto che a Brusca, dopo nove anni, era stato concesso il permesso di uscire dal carcere al massimo ogni due mesi e starsene con la sua famiglia, con sua moglie e suo figlio, che adesso ha all’incirca l’età del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito Mario Santo che Brusca strangolò e sciolse nell’acido per vendetta nei confronti del padre.
Non dimentichiamoci poi che fu lui a premere il tasto del congegno che ha fatto saltare in aria il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta.
Di che pentito parliamo? Siamo sicuri che Brusca voglia pentirsi di aver commesso tali orrori, o dei circa cento omicidi di cui è stato il mandante? O piuttosto, dopo che vengono arrestati, i mafiosi intraprendono la strada del pentimento per poter sfuggire all’ergastolo, spuntare benefici per i parenti e non finire morti ammazzati in una guerra di mafia?
Sembra dimostrarlo proprio il fatto che Brusca è stato subito sorpreso a violare le condizioni del permesso (divieto di comunicazioni con il cellulare), costringendo il giudice di sorveglianza a revocare il provvedimento di favore.
Chi meriterebbe un ergastolo può invece ottenere, in cambio della sua collaborazione, un forte sconto di pena. Può poi trascorrere la sua condanna (già fortemente ridotta) in condizioni assai meno punitive di quelle previste per i mafiosi che restano nelle file di Cosa nostra. Può (deve) ottenere anche la protezione dei propri parenti e magari pure un aiuto economico per loro. Beneficio, quest’ultimo, che è stato spesso oggetto di aspre polemiche. E infine i permessi premio per buona condotta.
Sappiamo bene che nella guerra contro la criminalità organizzata (mafia, terrorismo) la figura del cosiddetto "pentito" (collaboratore di giustizia), di chi aiuti a individuare e catturare i complici, è insostituibile. Ma una necessità concreta (promettere benefici per assicurarsi la collaborazione) non può tradursi nell’annullamento quasi totale dei crimini commessi, in un sistema premiante. Altrimenti chiunque potrebbe pensare: “tanto poi mi pento”. Ok dunque agli sconti di pena, anche forti, e alla protezione. Ma la pena va scontata per davvero, e senza benefit accessorî.