Sabato 5 marzo, allo stadio Olimpico, si è consumato l'ultimo di tanti episodi che infangano ormai da decenni il nostro campionato, ma che negli ultimi tempi sembrano farsi sempre più preoccupanti. Nell’occhio del ciclone, non a caso, gli arbitri con i loro assistenti. Ormai sono anni che questo problema corrode il calcio; anche nel campionato in corso i nostri direttori di gara, con i loro designatori Bergamo e Pairetto, si sono ritagliati un posto nelle prime pagine di tutti i giornali sportivi per colpa delle così dette "sviste", che ogni domenica rovinano lo spettacolo di un campionato che fino a poco tempo fa era giudicato dai più esperti come il più bello del mondo. Già in vari campionati europei si vogliono adottare la moviola in campo e la porta elettronica dotata di sensori, strumenti che a mio avviso aiuterebbero notevolmente gli arbitri e i loro assistenti per individuare un fuori gioco, un rigore, falli di confusione, e risolverebbero la questione del “gol fantasma” che un occhio umano non riuscirebbe a vedere (perché l’occhio non ha né la moviola né fermo immagine). Con queste innovazioni tecnologiche cesserebbero gli eccessi di nervosismo sia in campo sia, di conseguenza, fuori lo stadio, perché nessuno può negare l'evidenza.
A settembre Adidas, Cairos Technologies - leader nel settore della localizzazione di oggetti in movimento - e Fraunhofer Istitute - che sviluppa sistemi radio per la comunicazione - ci sveleranno il progetto della Smartball, il pallone intelligente.
All’interno del pallone vengono inseriti, con un attacco, trasmettitori impermeabili ultra leggeri (meno di due grammi), che trasmettono i dati alle varie antenne posizionate intorno al rettangolo di gioco; da lì vengono successivamente inoltrati ad un computer che li elabora in tempo reale e li segnala all’arbitro. I trasmettitori resistono anche a grandi sollecitazioni, ma se si dovessero rompere il sistema continuerebbe a funzionare.
Questo interessantissimo progetto si va ad affiancare a quello della moviola in campo. I critici sostengono che stabilire quando usarla potrebbe suscitare nuove polemiche. Eppure nel rugby – lo sport “fratello maggiore” del calcio - è usata senza problemi. Non sarà la panacea di tutti i mali, ma costituirebbe un primo passo in avanti.
Purtroppo il nostro campionato, anno dopo anno, peggiora senza che nessuno faccia nulla per migliorarlo (le iniziative non mancano). Anche i giornali (in parte) contribuiscono negativamente con le loro continue polemiche, che precedono ogni giornata calcistica e rovinano la tranquillità dei giocatori e dei tifosi sugli spalti. Non si accorgono che rovinano soprattutto il calcio, lo sport più seguito al mondo che, purtroppo, invece di avvicinare i giovani, li sta pian piano allontanando. E’ un peccato, perché i giovani sono il futuro, un futuro che in questo momento il calcio non ha.