Il viaggiatore notturno - 
di Maurizio Maggiani, ed. Feltrinelli, Milano 2005 - Premio Strega 2005
E’ un libro da gustare con tranquillità Il viaggiatore notturno, da centellinare parola per parola, a cominciare dalle prime righe dove i colori danzano davanti agli occhi del lettore. La scrittura corrisponde pienamente a questa pacificità: piana, semplice, invita alla calma e alla riflessione.
L’ambiente dove si svolge la vicenda, in accordo con quest’atmosfera, è il deserto dell’Hoggar (sud-ovest dell’Algeria), dove si ritirò il filosofo e monaco Père Foucauld per gran parte della sua vita dedicandosi alla meditazione, e dove fu ucciso a pugnalate, non si sa né da chi né perché.
Il protagonista è un ammiratore di Père Foucauld e della sua filosofia dell’utile bellezza. Vive dove sorgeva la capanna del saggio, attendendo la migrazione delle rondini verso nord, a capo di una missione scientifica. L’attesa di questo Godot (arriveranno o no le rondini?) è un pretesto per raccontare la vita dei beduini, la quotidianità dei soldati di quell’avamposto perduto nel deserto, dove un semplice albero di ulivo evoca età dell’oro passate, e per riferire le storie di un vecchio poeta, la cui presenza, secondo le credenze locali, è necessaria per il successo della missione. Ma è anche il pretesto per ricordare il passato e per narrarlo a se stesso prima che a Jibril, guida, amico e ascoltatore: l’infanzia passata col padre “risolutore di problemi”e molti viaggi vissuti in prima persona o come spettatore: quello di un’orsa tra Bosnia e Slovenia, quello di una ragazza dal Caucaso a Tuzla, quello di un camionista-venditore dall’Armenia ai Balcani.
Ed è proprio quest’ultimo, Zingirian, colui che condurrà l’irundologo, uomo di scienza, nel mezzo della storia, nell’ultimo giorno di assedio della città di Tuzla, dove la vita del protagonista, della ragazza Perfetta e dell’orsa Amatola si ricomporranno, diventando per un attimo una storia sola, forse di fantasia, forse reale. Perché a volte non importa sapere come sono andate veramente le cose, a volte è più bello immaginarle, e così trovare il lato poetico e misterioso della vita.