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Sport
Processo Juventus: resa dei conti Stampa E-mail
Il processo per abuso di farmaci e doping alla pił importante societą calcistica italiana
      Scritto da Danilo Salatino
16/11/04
Ultimo Aggiornamento: 01/06/07

delpiero_abracciocompagni_juventus.jpgEntro la fine dell’anno ci sarà la sentenza del clamoroso processo che riguarda la squadra più titolata d’Italia. Questa causa è passata però inosservata; giornali e trasmissioni sportive hanno infatti preferito parlare di polemiche futili e di rigori non dati. Ma dagli ultimi sviluppi sono emersi dati inquietanti.

Tutto è iniziato in quell’estate del ’98, quando l’allora allenatore della Roma Zdenek Zeman, lanciò le sue clamorose accuse riguardanti l’abuso di farmaci nel mondo del calcio. L’allenatore fece l’esempio della Juventus scatenando un enorme vespaio, che portò il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello ad aprire un’inchiesta.

Dopo anni di indagini ed impedimenti burocratici, il 31 gennaio 2002 è iniziato il processo a Torino con il rinvio a giudizio del responsabile sanitario della Juventus, Riccardo Agricola, dell’amministratore delegato Antonio Giraudo e del farmacista Giovanni Rossano. Agricola e Giraudo sono stati accusati principalmente di: aver fatto esami clinici senza rispetto di dignità e privacy dei giocatori; detenzione e somministrazione di farmaci proibiti, non prescritti, riservati a ospedali e case di cura; somministrazione di creatina in dosi superiori ai 6 grammi giornalieri; omissione di misure precauzionali in casi di sbalzi dei valori di ematocrito non giustificati; omissioni di dati relativi alle cure nelle cartelle cliniche. Il farmacista Rossano è stato accusato di contraffazioni di prescrizioni mediche ed ha già chiesto il patteggiamento della pena (che è un’ammissione di colpevolezza).

Dopo aver ascoltato più di 150 testimonianze (fra le quali quelle di calciatori che hanno vestito o vestono la maglia della Juventus), il giudice Giuseppe Casalbore ha disposto due superperizie. L’ematologo Giuseppe D’Onofrio si è pronunciato sugli sbalzi dei valori sanguigni di alcuni calciatori; il farmacologo Eugenio Muller, invece, si è pronunciato sulle modalità di somministrazione dei medicinali e sul fatto che la creatina possa provocare un aumento di peso. Dalle due perizie sono emersi dati importanti. Si è parlato di somministrazioni massicce di creatina, in quantità tali da sviluppare effetti simili a quelli degli steroidi anabolizzanti. Sono state analizzate le somministrazioni delle 281 specialità farmaceutiche trovate nei magazzini bianconeri e sono risultate tutte essere state effettuate off-lebel: ciò significa - come spiega Muller- che il medico, nella somministrazione di questi prodotti, non si è ispirato a criterî clinico-terapeutici e alle indicazioni consigliate per il farmaco, e che tali sostanze possono aver conseguito effetti diversi da quelli terapeutici attesi per il tipo di specialità medicinale usata.

Ma il dato più importante, riguarda le analisi di alcuni calciatori della Juventus. Risultano infatti essere presenti sbalzi esorbitanti dell’ematocrito (percentuale di globuli rossi nel sangue) dei calciatori, addirittura fino al 21 % dei loro valori base. La perizia dell’ematologo Giuseppe D’Onofrio ha evidenziato come gli aumenti improvvisi dell’emoglobina dei calciatori della Juventus abbiano due sole spiegazioni scientifiche: o l’uso di Epo (l’ormone sintetico vietatissimo che stimola la produzione dei globuli rossi favorendo recupero e prestazioni aerobiche migliori), o l’autoemotrasfusione (trasfusione di sangue in precedenza prelevato dalla stessa persona sempre per accrescere il numero di globuli rossi; una pratica oggi proibita in tutti gli sport). Risulta inoltre una massiccia somministrazione di ferro, allo scopo - secondo l’accusa - di compensare il crollo di ferritinemia provocato dall’uso di Epo.

Quindi il capo d’imputazione è ora cambiato: non si parla più di abuso di farmaci, ma di doping e di frode sportiva. La gravità di tale accusa è sembrata però essere ininfluente per la maggior parte dei quotidiani sportivi italiani.

Forse qualcuno non si è reso conto che qui non c’è in ballo soltanto l’immagine della Juventus o una condanna per il suo medico sociale e per il suo amministratore delegato, bensì la credibilità del calcio intero, non solo di quello italiano. Sembra essere perlomeno improbabile che soltanto una squadra abbia utilizzato mezzi non leciti per raggiungere risultati sportivi. Se venisse accertato che in quegli anni la Juventus ha fatto uso di doping, come si spiegherebbe il fatto che nessun giocatore della squadra bianconera è stato trovato positivo ai test anti-doping, neanche in campo europeo? Si potrebbe a questo punto ipotizzare che altre squadre utilizzarono (o utilizzano) le stesse pratiche della Juve. A dire la verità qualche caso di positività c’è stato, ma non si è mai parlato di Epo. Ricordiamo i casi di Davids, Couto, Stam, Guardiola ed i più recenti di Blasi, Kallon e Gheddafi. Per quasi tutti si parlò di nandrolone, ma le squalifiche vennero presto ridotte consentendo ai giocatori suddetti di tornare presto all’attività agonistica.

In definitiva, questo processo non è solo importante per la Juventus, ma per il calcio intero, che assomiglia sempre di più ad un altro glorioso sport martoriato dal doping: il ciclismo. Eppure la procura anti-doping del Coni a suo tempo archiviò il caso Juventus con questa motivazione: “non c'è stato abuso di farmaci, tutti i trattamenti farmacologici erano giustificati da reali necessità terapeutiche”. Complimenti!

Postfazione.

26 novembre 2004, emessa la sentenza di primo grado: Condannato a un anno e dieci mesi il medico della società Agricola, per abuso di farmaci, utilizzo di Epo e frode sportiva. Assolto l'amministratore delegato Giraudo.

14 dicembre 2005, emessa la sentenza di appello: assolti Agricola e Giraudo "perché il fatto non costituisce reato". Il commento di Zeman

31 maggio 2007, la Cassazione pubblica le motivazioni della sentenza del 29 marzo, con la quale aveva confermato la sentenza d'appello. C'è però un colpo di scena: il reato di frode sportiva è stato commesso, e Giraudo e Agricola non possono essere perseguiti solo perché la prescrizione ha estinto il reato. 
Per la Suprema Corte, dal 1994 al 1998 i calciatori della Juventus furono oggetto di una somministrazione illecita di farmaci, nell'ambito di un "disegno criminoso" volto ad alterare del risultato sportivo attraverso il reato di frode.
Non e' stato pero' provato l'uso dell'eritropoietina (Epo).



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