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Arte - Luoghi, artisti, opere
Piero della Francesca e le radici europee Stampa E-mail
L'opera del grande pittore toscano offre spunti di riflessione di incredibile attualitą
      Scritto da Antonio Polito
27/03/07
pierodellafrancesca_battaglia_costantino_massenzio.jpg
Piero della Francesca, La battaglia di Costantino e Massenzio (part.)
Se volete vedere le radici dell’Europa, ma proprio vederle, in forme linee e colori, potete andare ad Arezzo dal prossimo sabato. C’è Piero, della Francesca e di Borgo Sansepolcro, che le ha dipinte. Raramente una mostra d’arte ha avuto maggiore attualità politica (la mostra si è tenuta dal 31 marzo al 22 luglio 2007).

Piero dipinge nell’arco di tempo in cui si definisce l’Europa moderna e cristiana; e sulla base di un progetto iconografico altamente ideologico. La sua opera è racchiusa in quei pochi decenni in cui l’Europa diventa occidente, separandosi dall’oriente; anzi, venendo amputata dell’oriente. La data clou, ovviamente, è il 29 maggio del 1453, quando Bisanzio cade nelle mani dei musulmani e Costantinopoli smette di essere la nuova Roma. E’ l’evento storico che fa da sfondo alla Flagellazione (conservata a Urbino, nella galleria Nazionale delle Marche, ndr), un dipinto che – lo ha dimostrato Silvia Ronchey – è quasi un manifesto politico, un tazebao destinato a convincere l’occidente cristiano a non perdere l’oriente, lì dove si fustiga di nuovo Cristo davanti allo sguardo impotente dell’ultimo basileus bizantino, ormai sopraffatto dalla forza turca. Ma se nella Flagellazione è raffigurata la fine della storia cristiana nell’oriente, l’inizio di quella storia è nel ciclo della Vera Croce di Arezzo, in cui Piero dipinge, come in un flash back cinematografico, il celebre sogno di Costantino. Da lì era scaturita la decisione di fondare a Costantinopoli la nuova capitale di un impero ancora romano ma ormai cristiano, e dunque universale. Non a caso Piero, in un voluto anacronismo, usa lo stesso volto e lo stesso profilo sia per il basileus bizantino che assiste alla fine della chiesa d’oriente nella Flagellazione, sia per il Costantino che, vincendo “in hoc signo” la battaglia contro Massenzio, l’aveva fondata: l’alfa e l’omega dell’epoca in cui l’Europa era tutt’uno con l’oriente. Solo dopo quella traumatica separazione, e sconfitta, l’Europa diventa occidente. Sarà una coincidenza, ma è altamente simbolico il fatto che Piero muoia il 12 ottobre del 1492, nel giorno cioè della scoperta dell’America; l’ora in cui l’Europa cristiana, vistasi preclusa la via dell’oriente dalla caduta di Bisanzio, cerca a occidente la sua nuova via al mondo e alle Indie, mette in campo le sue risorse economiche e la sua intraprendenza intellettuale, e sulla strada incontra un continente che le consentirà di battere l’islam nella corsa alla modernità. La scoperta dell’America è la conseguenza diretta della caduta di Costantinopoli, che ha spinto la cristianità a superare le Colonne d’Ercole; e segna la nascita dell’idea di occidente.


Un vuoto di visione e di cultura

E’ insomma già tutto in Piero, ciò di cui discutiamo in questi giorni intorno allo stanco cinquantenario dell’Europa unita: il ruolo della Chiesa, la questione turca, il rapporto transatlantico, l’equilibrio tra religione e stato; l’alternativa dell’appeasement con l’oriente musulmano, che spinse i principi cristiani a far fallire la crociata voluta dal Papa umanista Pio II per riconquistare Bisanzio; e l’alternativa muscolare, incarnata nella Flagellazione dalla figura di Bessarione, il vescovo che viene dall’oriente ma ha scelto Roma. Nell’opera di Piero c’è davvero più idea d’Europa che nelle scarne righine scritte a Berlino dai ventisette capi di stato e di governo per riscaldare la vecchia minestra del nuovo Trattato. Non sto perorando l’inserimento di quelle due paroline – radici cristiane – nel testo della Costituzione europea, anche perché Costituzione non ci sarà più, né preambolo, ed è anche un bene che sia così. Ma sto dicendo che il vuoto di visione e di cultura in cui agiscono i leader europei è la causa profonda della crisi del progetto, e che forse dovrebbero tutti rifarsi gli occhi con Piero ad Arezzo.

(pubblicato sul Il Foglio del 27-3-2007)

Nella nostra sezione TEMI CALDI una serie di articoli su Europa e radici culturali



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