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Sport
Il bel calcio delle piccole Stampa E-mail
Squadre provinciali che giocano da grandi
      Scritto da Danilo Salatino
08/05/05
lecce_zeman.jpg
il Lecce di Zeman

Ci avviamo ormai verso lo sprint finale del campionato italiano di calcio, segnato come ogni anno da polemiche ed errori arbitrali. Per chi ama questo sport è stato finora un torneo abbastanza noioso, che ha visto solo due squadre contendersi il titolo di campione d’Italia. Ma grazie alle cosiddette piccole realtà questo campionato ha trovato degli spunti di grande interesse. Basti pensare allo straordinario campionato che stanno facendo squadre come l’Udinese, la Sampdoria, il Palermo, il Lecce, collettivi costruiti con non tantissimi euro ma con il lavoro sul campo.

L’Udinese ormai da tanti anni ha dimostrato di avere una marcia in più rispetto a tante altre società dal punto di vista organizzativo. Osservatori sparsi in tutto il mondo, una città che permette di lavorare con tranquillità ed il fiuto per gli affari della famiglia Pozzo, sono questi gli ingredienti che hanno permesso a questa società di sfornare ogni anno tanti giocatori che sono poi approdati in grandi squadre. In questo campionato si sono messi in evidenza giovani come Muntari e Felipe, giocatori che molti non consideravano all’altezza come Iaquinta e Di Michele e poi le conferme di Pizarro, Jankulovski e dell’intramontabile Sensini. Così come nel Palermo sono saliti alla ribalta Toni, Brienza, Zauli, Corini, Barone, Grosso. Molti di questi giocatori recentemente hanno trovato anche la Nazionale.

Ma il dato più interessante che è emerso fino ad ora è l’impostazione tattica che queste squadre assumono. A parte la Sampdoria che è un collettivo molto quadrato che si schiera con un classico 4-4-2 molto compatto, le cosiddette piccole giocano ormai da grandi, cioè imponendo il proprio gioco senza timori referenziali nei confronti di nessuno. Il Palermo gioca un calcio molto aggressivo, con un costruttore di gioco come Corini a centrocampo, un attaccante esterno come Brienza che si butta negli spazi, un attaccante di peso come Luca Toni che funge da punto di riferimento per la squadra, la classe di Zauli bravo ad agire fra le linee di centrocampo e difesa avversarie e poi gli inserimenti di Grosso sulla sinistra e di Santana sulla destra. Quindi una squadra apparentemente spregiudicata, ma che grazie alla disponibilità di tutti e a movimenti studiati durante la settimana, ha portato il Palermo ad ottenere grossi risultati rispetto alle aspettative, giocando un calcio divertente ma allo stesso tempo senza rischiare troppo in fase difensiva.

Molto simile a quello del Palermo è lo schieramento dell’Udinese in cui il punto di riferimento in attacco è Iaquinta e ai suoi lati agiscono Di Michele e Di Natale, molto rapidi e bravi a saltare l’uomo. Il costruttore di gioco è Pizarro, gli inserimenti sono di Jankulovski e di Zenoni o Pinzi.

Discorso a parte merita invece il Lecce di Zeman. Ormai conosciamo tutti quale sia la sua filosofia di gioco: 4-3-3 come marchio di fabbrica, la difesa alta, centrocampo aggressivo,  i suoi proverbiali tagli e le sovrapposizioni continue ed incessanti dei terzini. Il tutto condito da una personalità curiosa e dalle sue picconate al sistema calcio, che lo hanno reso simpatico a chi vince di meno ed antipatico invece a chi da più di un secolo “governa” il calcio. I giocatori che maggiormente si sono messi in evidenza sono Cassetti, ex ala destra trasformato in terzino dal boemo, Ledesma, giovane centrocampista che unisce bene qualità tecnica e capacità di interdizione. Per non parlare di Bojinov passato alla Fiorentina nel mercato di Gennaio e di Vucinic, giovane attaccante croato che viene da un brutto infortunio.

Interessante si è rivelata anche la Reggina di Mazzarri che gioca con un solo attaccante di ruolo (Bonazzoli), ma con gli inserimenti di centrocampisti di qualità come Nakamura, Tedesco, Colucci e soprattutto con la regia del sorprendente brasiliano Mozart che si sta imponendo come uno dei migliori centrocampisti europei. La squadra calabrese gioca con uno schieramento molto compatto, non butta via una palla e sa colpire in contropiede giocando bene sulle fasce.

Grande campionato anche quello del Cagliari, che gioca con un 4-3-3 in cui lo straordinario trentottenne Zola funge da attaccante centrale e in cui gli attaccanti esterni sono Langella a sinistra ed Esposito a destra, con Suazo pronto ad entrare dalla panchina. Un Cagliari che in casa ha avuto un rendimento da Champions league, ma che fuori casa ha dimostrato dei limiti. Comunque anche in questo caso si tratta di una squadra offensiva che predilige imporre il proprio gioco.

Per concludere con un po’ di amarezza il mio pensiero va all’organizzazione politico-economica del calcio italiano. In questo sport dominato dai soldi, dallo spettro del doping, dagli errori arbitrali, da interessi più o meno leciti, quantomeno ci consoliamo con il bel gioco di queste piccole grandi realtà.



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