Gentile dottoressa,
mi rivolgo a lei con un dubbio ed una speranza.
Da anni ho in testa un’idea che ogni volta prende forme diverse, c’è la volta che scrivo di me su di un diario, c’è la volta che compro e leggo manuali di psicologia, c’è quando scelgo romanzi che parlano di disagio psichico e quando capito in una conferenza con psicologi e psichiatri…
insomma sento di essere alla ricerca di qualcosa ma non la trovo e ritorno sempre a chiedermi: “come faccio a capire se è il caso di rivolgermi ad uno psicologo?”. E’ come se ne sentissi il desiderio ma non lo capissi e mi blocco dicendomi che probabilmente è solo una curiosità di una persona un po’ sensibile… la speranza è che mi risponda lei!
Chiara
Cara Chiara,
“ovviamente” non so dirle se è il caso che si rivolga ad uno psicologo, certo apparentemente non mi parla di problemi o disagi ma più di curiosità…ciò su cui ad ogni modo la solleciterei a riflettere è il permanere di questa domanda ed il suo ripresentarsi insistentemente, non vorrei che a lungo andare il dubbio stesso possa essere per lei un problema.
A volte diventa davvero logorante il nostro pensiero, il dubbio piuttosto che mobilitare nuove risorse per aggiungere del nuovo a quanto già sappiamo porta a spaccare in due ed occupa la mente con un tormento che non ha soluzione…togliendo energie ed attenzione.
Ti potresti porre alcune domande: “Questo suo dubbio ricorrente la distoglie forse da qualcos’altro che le risulterebbe spiacevole o faticoso vedere?”, “cosa le ha impedito fino ad ora di fare un semplice esperimento, un paio di colloqui per vedere l’effetto che fa…?”.
Se vuole mi faccia sapere cosa decide.
Dott.ssa Rosa Magistro