PRIMA PAGINA
faq
Mappa del sito
Temi caldi
Temi caldi
Notizie
Attualitą
Politica
Economia
In Europa
Nel Mondo
Contrappunti
Intorno a noi
Cittą e Quartieri
La Regione
Religione
Notizie e commenti
Cattolici e politica
Documenti ecclesiali
Link utili
Cultura
Libri
Cinema
Musica
Fumetti e Cartoni
Teatro
Arte ed eventi
Storia
Scienze e natura
Rubriche
Focus TV
Sport
Mangiar bene
Salute
Amore e Psiche
Soldi
Diritti
Viaggi e motori
Tecnologia
Buonumore
Login Utente
Username

Password

Ricordami
Dimenticata la password?
Indicizzazione
Convenzioni


Notizie e Commenti
"Famiglia Cristiana" cambia ragione sociale? Stampa E-mail
L'incredibile ambiguitą sulla questione dei 'Dico'. I ripensamenti successivi...
      Scritto da Domenico Martino
24/02/07
Ultimo Aggiornamento: 23/12/07

famiglia_cristiana_7-2007.jpgNel suo ultimo numero, il più diffuso settimanale cattolico ha realizzato una messa in scena degna del più grande regista del teatro dell’assurdo. Di fronte a certi capolavori... ci si inchina!

Ricapitoliamo i fatti. 

Da alcune settimane divampa la polemica contro il progetto presentato dal Governo per il riconoscimento legale delle coppie di fatto. In prima fila non vi è solo l’opposizione parlamentare, ma anche la Chiesa e il vasto arcipelago dell'associazionismo e del laicato cattolici, che denunciano la grave aggressione ai danni della famiglia.

A questo punto, anche chi non ha simpatia per questa battaglia darebbe per scontato di trovare in prima linea una rivista che si chiama Famiglia Cristiana: la quale, in quanto "Famiglia", dovrebbe avere a cuore innanzitutto la difesa di questa istituzione; e in quanto "Cristiana"  (e distribuita nelle parrocchie) dovrebbe essere particolarmente sensibile alle posizioni della Chiesa. Ebbene, il numero in edicola il 18 febbraio aveva per titolo: “Meno 'Dico' più Famiglia”.

Il lettore più attento (conoscendo la virata 'progressista' del settimanale negli ultimi anni) avrà già capito l'antifona.
A beneficio del lettore più distratto, sottolineiamo che si tratta di un titolo ambiguo (e se il lettore è cattolico, rammenterà che l’ambiguità è del Maligno: “Sia il vostro parlare sì, sì; no, no. Il di più viene dal Maligno”, Matteo 5,37). 

Perché ambiguo? Basta confrontarlo con quello di un'altra rivista cattolica come Il Timone: “NO PACS”. Se voleva esercitare la fantasia, Famiglia Cristiana (?) avrebbe potuto molto semplicemente - e chiaramente - titolare:  "NO ai Dico", "Fermate i Dico" o, ancora, "Giù le mani dalla famiglia". Ma niente di tutto questo.
Il titolo "Meno Dico" si può facilmente tradurre: "Va bene i Dico, però pensiamo anche alla famiglia" (tralasciamo in questa sede di considerare come le due cose siano in totale contraddizione).

Lo stesso approccio lo ritroviamo all’interno. Il servizio principale sull'argomento, intitolato “E adesso la famiglia”, consiste in...  un'intervista a Rosy Bindi!
Al ministro sono dedicate 'solo' due pagine e mezzo. Quanto spazio, invece, è dedicato al pensiero del Papa? 12 (dodici) righe... in un box laterale!

Il direttore del settimanale, ne siamo sicuri, potrebbe risponderci che Famiglia Cristiana, negli anni, non ha mancato di esporre il pensiero del Magistero della Chiesa. Peccato che, quando questo Magistero dev'essere posto a confronto con la cronaca politica, viene riproposto in pillole. E peggio per chi si è perso i numeri precedenti.

Il ministro Bindi, dunque, ci spiega che non dobbiamo fossilizzarci sui 'Dico', ma guardare ai suoi sforzi per la famiglia: "nella legge finanziaria, ho lavorato a scelte strategiche a favore della famiglia". Ce ne siamo accorti!

Il ministro non manca di difendere anche la proposta sui 'Dico': “alla stesura di questa legge hanno collaborato molti giuristi cattolici. Il mio consigliere giuridico è il professor Renato Balduzzi, presidente del MEIC, il Movimento ecclesiale di impegno culturale; e il capo dell’ufficio legislativo del ministro Pollastrini è il professor Stefano Ceccanti, ex presidente della FUCI, gli universitari cattolici”. Sorbole! Di fronte a tali referenze, non si può che chinare il capo...

Solo un lettore malevolo e ignorante potrebbe osservare che il MEIC non è precisamente tra i movimenti cattolici più conosciuti. E che il prof. Ceccanti è uso spiegare il suo pensiero scrivendo su L'Unità (noto quotidiano cattolico), dove ha affermato che "non si è trattato di un cedimento a valori di altri, ma di un modo di rispondere a quell'istanza evangelica che è esposta in particolare nel capitolo 25 del Vangelo di Matteo".

Perbacco, vuoi vedere che Nostro Signore aveva istituito i 'Dico' e non ce ne eravamo accorti? E noi che credevamo avesse istituito il sacramento del matrimonio (ovviamente tra uomo e donna) e sancito la sua indissolubilità. 

Colto dall'atroce dubbio, prendo il capitolo 25 di Matteo e inizio a leggere.
Il capitolo comincia con la parabola delle dieci vergini, dove si parla di sposo e di nozze: quindi, niente 'Dico' (si tratterà di un passo spurio, certamente). Proseguiamo.
Il capitolo continua con la 'capitalistica' parabola dei talenti: è certo che Ceccanti non facesse riferimento a quella.
Non rimane che il Giudizio finale. Anche in questo caso, non mi pare vi sia alcun nesso con la problematica di Dico, Pacs e Zapatero vari (a meno che Ceccanti non paragoni ai "piccoli", bisognosi di misericordia, le potenti lobbies che invocano privilegi e assistenzialismo pubblico). Però, forse, qualcosa di interessante c'è: "Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria (...) porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sua sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: 'Venite benedetti del Padre mio' (...) Poi dirà a quelli alla sua sinistra: 'Via, lontano da me, maledetti' "

Non facciamo facile ironia sulla geografia politica (anche se è un fatto che Ceccanti e la Bindi stanno a sinistra). Annotiamo però che le pecore sono coloro che si fanno condurre, ascoltano e seguono la voce del Pastore (qualcuno vi vedrà debolezza; noi scorgiamo l'umiltà e la maturità nel riconoscere la Parola di Chi è più grande di noi...). I capri, invece, sono quelli di dura cervice, che si pensano più intelligenti dei Vescovi e del Papa, e fanno pure gli appelli. I cattolici "adulti"...

Allora, ci permettiamo un consiglio fraterno: se vogliamo agire di testa nostra, presi da hżbris rivoluzionaria, facciamolo pure. Ma non pretendiamo le benedizioni divine, non manipoliamo il Vangelo a nostro uso e consumo.
Se vogliamo ispirarci alla Parola, è meglio dar ascolto a chi quella Parola l’ha realmente ascoltata, la custodisce e l'annuncia senza cedere ai facili conformismi.


P.S. Il popolo del Family Day forse ha dato uno scossone anche a qualche ambiente cattolico-progressista. Nel numero del 20-5-2007, nella risposta ad un lettore all'interno della rubrica Colloqui col Padre, il direttore di Famiglia Cristiana don Antonio Sciortino così conclude: "Da un Governo che per la prima volta ha istituito un Ministero per la Famiglia ci saremmo aspettati un esordio non coi Dico, ma con una seria e organica politica di sostegno alla famiglia, come mai è stata fatta nel nostro Paese. Ora speriamo nella prossima Conferenza nazionale sulla famiglia organizzata dalla Bindi a Firenze. Ma i Dico non sono stati un bel segnale, né una buona premessa".
Speriamo che questa (benvenuta) correzione di rotta non sia solo momentanea.

P.P.S. La Conferenza nazionale sulla famiglia in cui don Sciortino sperava si è rivelata una presa in giro. Il 13 novembre, allorché Famiglia Cristiana presentava il 10° rapporto del Cisf (Centro italiano studi sulla famiglia), la Bindi lo ha sprezzantemente definito "manifesto ideologico", aggiungendo che è "pericoloso" perché, cercando di individuare cosa si intende per "famiglia" quale destinatario delle politiche familiari - e quindi ribadendo la distinzione rispetto alle coppie di fatto - si blocca ogni politica per la famiglia. Insomma, il ricatto: o le politiche per la famiglia sono per tutti (e quindi non sono più per la famiglia...) o non si fanno.
A questo punto, anche il paziente don Sciortino, in un'intervista dello stesso 13 novembre al Corriere della Sera, deve denunciare la sua delusione verso il ministro, che "non è riuscita ad ottenere nulla più di quando il ministero della famiglia non c'era. (...) Già due Finanziarie non hanno fatto assolutamente nulla (...) Nasce un ministero della famiglia e la prima proposta è rivolta alle convivenze, con i Di.Co., e non alle famiglie così come le definisce la Costituzione, cioè a oltre il 90% dei casi."
Famiglia Cristiana s'è desta...



Giudizio Utente: / 9

ScarsoOttimo 




Ricerca Avanzata
Aggiungi questo sito ai tuoi preferitiPreferiti
Imposta questa pagina come la tua home pageHomepage
Agorą
Lettere e Forum
Segnalazioni
Associazionismo
Comunicati
Formazione
Dagli Atenei
Orientamento
Lavoro
Concorsi
Orientamento
Impresa oggi
Link utili
Informazione
Associazionismo
Tempo libero
Utilitą varie
Link consigliati
Zenit.org
La nuova Bussola
   Quotidiana
Storia libera
Scienza e fede
Il Timone
Google
Bing
YouTube
meteo
mappe e itinerari
Google Maps e
  Street View
TuttoCittà Street
  View



Questo sito utilizza Mambo, un software libero rilasciato su licenza Gnu/Gpl.
© Miro International Pty Ltd 2000 - 2005