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Politica - Notizie e Commenti
Brogli elettorali: danno davvero fastidio? Stampa E-mail
Le denunce di Berlusconi, l' "inchiesta" di Deaglio, il voto elettronico
      Scritto da Redazione
31/01/07

brogli_elettorali_vignetta.jpgGli ultimi mesi sono stati agitati dalle polemiche sui presunti "brogli" elettorali, accusa che si sono scambiati vicendevolmente centro-destra e centro-sinistra.

Ha iniziato Berlusconi subito dopo le elezioni. Ha rilanciato l'accusa, dal versante opposto, il giornalista Enrico Deaglio, che lo scorso 24 novembre ha fatto uscire addirittura un DVD con un film sul tentato golpe del Governo Berlusconi, che avrebbe cercato di ribaltare il verdetto che stava uscendo dalle urne (proprio in questi giorni sembra che la magistratura, avendo verificato l'inconsistenza di tale inchiesta, voglia procedere contro Deaglio). E' tornato alla carica anche Berlusconi, prevedendo la discesa in piazza di cinque milioni di Italiani qualora fosse appurato che ci sono stati effettivamente brogli che hanno consentito l'affermazione del centro-sinistra.

Prima di analizzare nel merito la fondatezza di queste accuse, ci permettiamo una considerazione di fondo.
La regolarità del voto è il bene più prezioso della democrazia. Chi ci tiene davvero, però, dovrebbe preoccuparsi di spiegare chiaramente quali sono i meccanismi che mettono a rischio tale regolarità, e come eliminare il problema. Invece, succede che assistiamo regolarmente a silenzio ed indifferenza generale sull'argomento. Salvo sentire, dopo le elezioni, le grida di dolore della parte uscita sconfitta; con l'altra parte che - anziché dare risposte circostanziate - replica con grida ancora più forti, rilanciando l'accusa di brogli e di "mancato rispetto della volontà popolare".

Insomma, l'argomento brogli a volte sembra essere strumentalizzato a fini di propaganda, per coprire la povertà di proposta politica, confidando anche sulla sindrome del "complotto" che affascina sempre molti.

Partiamo dalle accuse mosse da Berlusconi ("vorrei ricordare la certezza dei brogli che ci sono stati" è una delle tante dichiarazioni in materia, il 12 ottobre 2006 a Campobasso). Ebbene, non è irragionevole chiedere un'attenta verifica dei voti quando il destino politico di un Paese viene deciso da sole venticinquemila preferenze. Con un margine così risicato (le sezioni elettorali sono 60.000, quindi si tratta di meno di un voto per sezione!), anche piccoli brogli locali, o semplici errori, possono avere un peso determinante. Proprio per questo in molte nazioni la legge stabilisce che, in caso di margine di vittoria esiguo, si proceda automaticamente ad un riconteggio (totale o parziale) delle schede.
Bene fa il centro-destra, dunque, a richiedere una verifica delle schede; in particolare di quelle delle sezioni estere, dove pare che davvero la 'confusione' abbia regnato sovrana. E male fa il centro-sinistra a rallentare le operazioni di verifica.

Ma perché - oltre a richiedere il riconteggio adesso - non sono stati decisi meccanismi di voto più sicuri prima? Perché, se è vero che la sinistra ha nei seggi una presenza di rappresentanti di lista capillare e agguerrita, il centro-destra non organizza una presenza altrettanto capillare e qualificata?

Esistono poi altri aspetti che dovrebbero indurre il centro-destra (o alcuni suoi esponenti) a maggiore prudenza.
Di fronte alla semplice ipotesi - sia pur verosimile - di un esito a sorpresa del riconteggio, non è opportuno parlare di "certezza" di brogli.
Il centro-destra, inoltre, non può fare a meno ad interrogarsi sul perché gli Italiani non abbiano premiato con un largo consenso l'azione del Governo uscente, come sarebbe stato probabile se quell'azione fosse stata ineccepibile.
Non è possibile, infine, continuare a sognare la "spallata" al Governo Prodi contando solo sulle sue divisioni interne, rinunciando ad elaborare una propria proposta politica nuova e convincente.

E veniamo alle accuse di segno opposto, quelle mosse da Enrico Deaglio e dal suo collega Beppe Cremagnani. Questi giornalisti - di cui sono note le simpatie per la sinistra - hanno sostenuto che qualcuno, con un programma informatico truccato, avrebbe trovato il modo di alterare il conteggio elettronico delle schede, dirottando a favore di Forza Italia numerose schede bianche. Il "golpe" non sarebbe andato in porto fino in fondo solo perché se ne sarebbe accorto, bloccandolo, il ministro degli Interni Pisanu.

Le prove a sostegno di questa tesi? Nessuna.

Esiste solo l'ipotesi formulata da un esperto informatico americano, che sostiene si sia verificato lo stesso imbroglio - a favore di Bush e ai danni di Gore - in Florida nel 2000. 'Dimenticando' che uno studio condotto per sei mesi da un consorzio dei maggiori giornali americani ha dimostrato che, qualunque fosse stato il criterio scelto per il riconteggio dei voti, Bush avrebbe vinto ugualmente.

Come ulteriore elemento dimostrativo, Deaglio e Cremagnani adducono un'induzione basata sulla presunta anomalia costituita dal numero di schede bianche, molto più basso che nelle precedenti consultazioni e praticamente uguale in tutte le Regioni. Anche qui ci si è 'dimenticati' di qualche 'dettaglio'. Il numero più basso di schede bianche è dovuto al ritorno del sistema proporzionale, che ha garantito maggiore semplicità nel meccanismo di voto e ha consentito a tutti gli elettori di identificarsi in uno dei simboli (senza doversi "turare il naso" per votare il candidato poco gradito di un diverso partito della coalizione). Ha contribuito anche il clima di mobilitazione e di scontro all'ultimo voto. Inoltre, l'abbassamento del numero totale di bianche attenua anche le differenze (che non sono scomparse) nelle diverse Regioni.

Ma la questione non è se le ipotesi di Deaglio-Cremagnani siano più o meno solide. Il fatto eclatante è che questi signori-giornalisti-d'inchiesta non si sono accorti che il meccanismo di verifica del voto rende quelle ipotesi semplicemente impossibili.

Infatti, un eventuale trucco informatico avrebbe forse potuto alterare i risultati ufficiosi diffusi dal Viminale, il giorno dopo le elezioni, sulla scorta dei dati comunicati via telefono, fax e computer dai Comuni attraverso le prefetture. Ma quand'anche qualcuno avesse tentato questo giochetto, sarebbe stato clamorosamente smentito una settimana dopo dai risultati ufficiali, che non vengono conteggiati elettronicamente e sui quali il Ministero dell'Interno non ha alcuna competenza. Si tratta, infatti, dei risultati proclamati dagli Uffici elettorali costituiti presso le Corti d'Appello e la Corte di Cassazione (uffici composti solo da magistrati, 83 in tutto). Questi risultati sono accertati in base ai verbali cartacei trasmessi dai seggi elettorali, e le sedute degli Uffici sono pubbliche. Ebbene, i risultati della Cassazione hanno confermato le anticipazioni del Viminale.

Insomma, abbiamo assistito ad una delle più grandi "bufale" informative della storia (cui avevano dato ampio credito giornali ed esponenti politici della sinistra). Con Deaglio che, in un'intervista al Corriere della Sera, ha ammesso - bontà sua - di aver "sottovalutato il ruolo della Cassazione e sopravvalutato l'aspetto informatico" (!) La gravità e l'infondatezza delle accuse mosse, del resto, hanno indotto la magistratura a procedere contro Deaglio e Cremagnani.

Ma oltre al danno, c'è anche la beffa.

Il ministro degli Interni Giuliano Amato ha dichiarato: "abbiamo deciso di fermare la macchina del voto elettronico in occasioni delle elezioni". In realtà, il sistema elettronico (come sistema di votazione, e non solo di conteggio), abbinato a quello cartaceo, potrebbe davvero sconfiggere errori e brogli. Basterebbe utilizzare un sistema di votazione mediante touch-screen, facilmente utilizzabile anche dalle persone anziane. Il voto dovrebbe essere non solo memorizzato e trasmesso agli uffici elettorali centrali, ma anche trasferito su carta: una stampante collegata al computer dovrebbe stampare la scheda votata, che verrebbe piegata dall'elettore e inserita nell'urna. I dati ufficiali sarebbero quelli risultanti dal conteggio manuale delle schede, le quali però - a differenza delle attuali - esprimerebbero un voto univoco e non manipolabile. Il conteggio elettronico servirebbe come strumento di verifica incrociata. Più velocità, più facilità, più sicurezza.

Anche più costi, naturalmente. Vogliamo risparmiare sulla democrazia? Allora risparmiateci anche le prediche sui brogli.



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