Ricordate quelle dichiarazioni ad effetto di Berlusconi, prontamente rettificate da un comunicato stampa poche ore dopo? Il sospetto è quelle dell'ex premier fossero gaffes volute, per buttare il sasso nello stagno, salvo poi correre ai ripari accusando la stampa di averlo volutamente frainteso.Non sappiamo se sono più gravi le gaffes di Berlusconi o quelle di Prodi, che - invece - appaiono davvero genuine.
Il luogo: 20 settembre 2006, conferenza stampa alle Nazioni Unite (una sede abbastanza ufficiale...).
L'occasione: le dichiarazioni di gruppi terroristici che hanno rivolto minacce al Papa per la sua prossima visita in Turchia (e quei terroristi non sembrano buontemponi).
La circostanza: la domanda di alcuni giornalisti su cosa Prodi ne pensasse di tali minacce (domanda pertinente, ci sembra; anche perché esistono precisi accordi tra Vaticano e Stato Italiano per la tutela del Pontefice).
La risposta - esilarante, proprio perché seria e scocciata - di Prodi: "Che cosa vuole che sappia, io, della sicurezza del Papa in Turchia? Non so nulla in proposito [ottimo! ndr], vedranno le sue guardie..." E di fronte alla sorpresa, e alla comprensibile insistenza dei giornalisti: "Non so assolutamente nulla, e quindi, perché dovrei rispondere alla domanda? E' una questione di rispetto (?) nei vostri confronti".
Insomma: va bene il jet-lag per il volo dalla Cina, ma Prodi l'ha sparata grossa. Non solo il suo ufficio stampa cerca di correre ai ripari (arrampicandosi sugli specchi) con una nota che afferma: ""il tema viene considerato dallo stesso presidente di così grande importanza e delicatezza [si è visto!, ndr] da non poter essere affrontato sbrigativamente, con malevole interpretazioni ad uso mediatico". Ma se persino il radicale Capezzone commenta: "si tratta di un’altra delle battute autolesioniste di questi giorni. A volte sembra che Tafazzi sia tra gli spin doctor di Palazzo Chigi. Ma perchè il Governo vuole cacciarsi nei guai?"...
Chi vuol provare a difendere Prodi?