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La storia del quartiere considerato "core de Roma"
      Scritto da Fabio Turchetti,Rosa Capece,Antonio Pellegrino

trastevere.jpgTrastevere (trans Tiberim, l'oltre Tevere), da sempre città nella città sulla riva destra del Tevere, comprende la pianura tra il fiume e il Gianicolo a sud della città leonina; urbanizzato alla fine dell'età repubblicana, grazie soprattutto a strutture di carattere mercantile e commerciale legate al porto sulla riva opposta del fiume, fu fino ad Augusto esterno all'urbe, anche se il Gianicolo vi costituì, da Anco Marcio in poi, una testa di ponte difensiva.

LA XIV REGIONE AUGUSTEA COMPRENDEVA una vasta area che andava dal Vaticano e dal Gianicolo sino al Tevere, ivi inclusa l'isola Tiberina; la parte a sud, invece, corrispondente all'ansa del fiume, fu poi inclusa nelle mura Aureliane. La regione comprendeva un quartiere a carattere popolare e commerciale a ridosso del Tevere, mentre le zone alte e una parte delle rive risultavano occupate da ville e giardini, tra i quali quelli di Clodia e di Cesare. Precoce, da queste parti, fu la diffusione del Cristianesimo, con la fondazione - nei secoli IV e V - dei titoli di Callisto (S. Maria in Trastevere) e di Crisogono e di quello di Cecilia: attorno ai quali, a partire dall'alto Medioevo, si concentrò il rione.

TRA I SECOLI XI E XIII VENNERO COSTRUITI o ricostruiti complessi religiosi come San Cosimato e chiese dalle caratteristiche torri campanarie romaniche; alla fine del Duecento, comunque, il borgo di Trastevere divenne il XIII rione di Roma, al quale i ponti Santa Maria (l'Aemilius, ricostruito più volte dopo le piene del fiume e definitivamente rotto nel 1598), Fabricio e Cestio assicuravano il collegamento coi rioni limitrofi.

I PAPI SISTO IV E GIULIO II DIEDERO POI UN NUOVO ASSETTO al rione edificando il ponte Sisto e aprendo nuove strade come, ad esempio, la via Sancta (odierna via della Lungara), che portava i pellegrini da Trastevere al Borgo. L'urbanizzazione proseguì con l'apertura dei vicoli ortogonali alla strada lungo le pendici del Gianicolo e con la costruzione - fra il '400 e il `500 - di ville e chiese tra le quali, voluta appunto da Sisto IV, San Pietro in Montorio. Dal `600 in poi contribuirono a definire il quartiere la costruzione dell'acquedotto Paolo, l'apertura della via di San Francesco a Ripa e l'edificazione da parte di papa Urbano VIII delle mura Gianicolensi, che collegavano il nucleo fortificato di Vaticano-Borgo-Castel Sant'Angelo a quello di Trastevere. Altre importanti realizzazioni architettoniche dell'epoca furono l'ospedale di San Gallicano e l'imponente complesso di San Michele a Ripa Grande.

ALLA SECONDA META DELL'OTTOCENTO risalgono la costruzione della manifattura dei Tabacchi e del "quartiere Mastai", nonché la sistemazione dell'attuale via Garibaldi. Con Roma capitale fu anche aperta la panoramica passeggiata del Gianicolo, furono realizzati i muraglioni e il Lungotevere, i ponti Palatino, Garibaldi e Mazzini ed il monumentale Ministero della Pubblica Istruzione.

TANTE, QUINDI, LE ENERGIE che hanno contribuito a comporre l'anima di Trastevere, quartiere da sempre prediletto da artisti e intellettuali di tutto il mondo al punto tale da determinare ancor oggi un continuo nascere di gallerie e spazi espositivi, sempre inseriti in strutture polifunzionali.

TRASTEVERE OGGI

CULTURA E DIVERTIMENTO, ma anche consapevolezza del proprio ruolo, trovano un esempio nella Casa Internazionale delle donne di Trastevere, dove in un bellissimo palazzo antico ha sede un intero universo al femminile: fatto di una libreria specializzata e - poco distante - della biblioteca Archivia, ricca di manoscritti, fotografie, manifesti, nastri e videoteca sul movimento femminista.

SIAMO DAVANTI, SENZA ALCUN DUBBIO, ad uno dei rioni più popolari della Capitale: forse quello che ha meglio conservato nei monumenti, nella sistemazione urbanistica, negli usi degli abitanti, gli aspetti della vecchia Roma. Con le strade affollate di osterie e con i vicoli dagli scenari suggestivi, che fanno rivivere ad ogni visitatore l'atmosfera popolana e pittoresca di una volta.

NEGLI ULTIMI DECENNI IL QUARTIERE è stato oggetto di un sensibile ricambio dei suoi abitanti; infatti, mentre i vecchi abbandonavano - allora anche per pochi soldi - le case fatiscenti dei vicoli più angusti, una generazione di artisti, intellettuali, ricchi o anticonformisti cominciò un'opera di recupero e di riqualificazione che, per una strana alchimia delle cose, invece di snaturare la realtà dei luoghi ha forse dato il via ad un effetto rigenerante. Grazie al quale oggi Trastevere, fedele a se stessa, è ancora e di più il popolare quartiere delle osterie e dei “pizzicaroli”, nonché della più antica e tradizionale festa di Roma, la “Festa de’ Noantri” - che ha luogo nel mese di luglio in onore delle Madonna del Carmine-, dove tutto il viale principale brilla di luci e brulica di una miriade di ambulanti che offrono ogni specie di mercanzia, e dove nelle piazze e piazzette del quartiere si svolgono eventi musicali e teatrali, mentre ristoranti, osterie e quant'altro sono costantemente affollati di clienti. Le innumerevoli trattorie e pizzerie propongono immancabilmente tipicità romane a profusione: talvolta senza magari la cura che meriterebbero i piatti dell'antica cucina, ma sempre col favore dell'indimenticabile scorcio di un vicolo o con lo spettacolo comprensivo della vista di un capo-lavoro monumentale. Mai mancando, ovviamente, lo spirito arguto, ironico, strafottente e dissacrante che il lungo regno papalino ha impresso nei romani. E gli stranieri? Quelli ormai radicati spesso gestiscono locali originali, alternativi ed esotici, e quelli di passaggio popolano incredibili (almeno qui) pub irlandesi o locali hi-tech di ambientazione scandinava: magari con musica di tendenza, quando non dediti a cucine e atmosfere sudamericane o indiane. E ancora, i locali "cult" e modaioli dove farsi vedere, gli eleganti ristoranti ricercati o le storiche enoteche ricavate nelle stanze di un'antica canonica o nel giardino interno di un palazzo nobile del '600: col privilegio di accomodarsi nel posto preferito di un illustre antenato, o di godersi la magia di un fresco ponentino estivo e della complice luna che fa "capoccella" dal tetto di un'antica loggia.

QUARTIERE "CACIARONE": PER LA. MUSICA, che dai locali si riversa nelle strade, e per la gente che si incontra - e a volte, nell’andirivieni, si scontra - allegra e spontanea. Tante figure della più diversa umanità, vagabondi di tutte le ore, mamme e figli a spasso, gruppi di esuberanti adolescenti, romantiche coppiette, miti barboni accasatisi, per esempio, nei pressi dell’elegante scalinata del "Fontanone": magnifica scenografia di fronte ad uno dei ponti più belli della città, sotto lo sguardo eccellente di chi questa romanità ha vivacemente descritto: Trilussa. E la “caciara" continua, senza curarsi dell'orologio, non solo nei locali ma anche nelle tante botteghe e negli eroici negozietti che resistono incredibilmente ai supermercati.

UN QUARTIERE DOVE SI TIRA TARDI, da sempre e dove i nottambuli possono trovare in ogni momento pane e companatico per placare la loro fame di divertimento. Animando anche in piena notte strade, vicoli e piazze come fosse mezzogiorno.

da "Strade del Gusto" - Comune di Roma



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