Il grande giocatore di poker è il grande "bluffatore", colui che riesce a vincere con una semplice coppia. Sa mantenere grande freddezza, dissimulare i suoi sentimenti e, soprattutto, approfittare della paura degli altri giocatori.
Quante volte abbiamo avuto paura di "vedere" un bluff? Quante volte ci siamo ritratti di fronte ad impegni che ci sembravano al di sopra delle nostre possibilità, ed invece erano alla nostra portata? Quante volte la paura è stata più forte della speranza?
Un grande bluffatore è la malattia. Se abbiamo il coraggio di andare a "vedere", scopriamo che in questi casi l'affetto è una medicina potente: per guarire, forse; per affrontare gli eventi con serenità, sicuramente.
Se invece vince la paura, può capitare che giriamo la testa; che un malato in coma ci sembri morto; che il sorriso grato e pieno di umanità di una Terri Schindler Schiavo sembri - a giudici e medici senza cuore - il "riflesso" di un vegetale; che un Salvatore Crisafulli debba ascoltare - senza poter gridare la sua rabbia - medici che dicono: "questo è morto, non sente niente". Se vince la paura, può capitare che la risposta giusta ci sembri la fuga: l'eutanasia; e magari ci sforziamo pure di farla sembrare qualcosa di compassionevole...
Due storie a confronto: Terri non ce l'ha fatta, Salvatore sì, diventando la testimonianza vivente di come siano fragili - e vili - molte nostre paure.
Se però la paura collettiva si sposa con gli interessi economici, allora diventa un nemico davvero duro, che induce i media a stendere un velo di silenzio su queste storie...
La citazione
"Chi diventa indifferente ai delitti commessi contro gli altri ha scavato una fossa per se stesso" (Sholom Asch)