Negli Stati Uniti ha vinto George W. Bush. Tra la sorpresa di molti. Ma come: Bush non aveva perso tutti e tre i confronti televisivi con Kerry? Bush non doveva essere penalizzato dall'alta affluenza alle urne (perché il popolo, si sa, voleva votare Kerry)? Bush non è la persona imbelle e corrotta descritta da quel galantuomo di Michael Moore nel suo 9/11 Fahrenheit? Bush non aveva contro i più noti quotidiani statunitensi e la CBS di Dan Rather, le star di Hollywood e del rock?
Eppure la vittoria c'è stata, e netta: quattro milioni di voti più di Kerry, otto milioni in più rispetto a quelli ottenuti dallo stesso Bush quattro anni fa, il più alto numero di voti mai ottenuto da un Presidente americano. Del resto, già i sondaggi (spesso ignorati nei commenti pre-elettorali) lo davano vincente...
Prima ancora di capire se questa vittoria sia un bene o un male per l'America e per il mondo (obiettivo ambizioso...), vorremmo capire perché c'è stato questo gigantesco abbaglio di una parte dell'opinione pubblica europea nel fare previsioni sull'esito delle elezioni, ma anche nel dare giudizi affrettati.
Una spiegazione è nell'animo umano: spesso si sovrappongono alla realtà le nostre aspirazioni, si è cucito addosso a Kerry un vestito che non era il suo (in politica estera, per esempio, non sarebbe cambiato granché).
Un'altra spiegazione è nella lontananza di una certa élite (giornalistica, "intellettuale") rispetto alla realtà e ai problemi delle persone: per cui la realtà americana viene spesso descritta con occhi faziosi. Proviamo a conoscerla meglio...
La citazione
"Tesori d'intelligenza possono essere investiti al servizio dell'ignoranza, quando il bisogno d'illusione è profondo." (Saul Bellow)