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Chi specula anche su tragedie come il maremoto nel sud-est asiatico per sostenere le proprie tesi
06/01/05
maremotoasia2.jpg

Di fronte alle grandi (e piccole) tragedie ognuno può avere reazioni diverse: commozione, paura, rabbia, sconforto. E poi la preghiera, un gesto di solidarietà; o magari l'indifferenza.  E' anche umano il desiderio di cercare una spiegazione, qualcosa che ci aiuti ad esorcizzare ed evitare la sofferenza. Ma cercare spiegazioni a tutti i costi, o addirittura utilizzare come spiegazione i propri pregiudizi, significa solo - a nostro parere . strumentalizzare la sofferenza.

Gli effetti del maremoto, certamente, avrebbero potuto essere contenuti se ad essere colpiti fossero stati Paesi più sviluppati, con strutture meglio organizzate. Ma la "colpa" di uno sviluppo ancora precario è dell'Occidente? Si tratta probabilmente di una forzatura, come abbiamo avuto modo di spiegare in un altro articolo-recensione in questo sito (Poveri, perché?).

La forzatura è poi evidente quando la "colpa" è addossata, con noncuranza, direttamente a Bush (!) o - in casa nostra - agli esponenti del Governo. Per sostenere certe tesi bislacche (e un po' immorali), bisogna dire qualche bugia e arrampicarsi sugli specchi, come evidenzia un articolo di Christian Rocca, apparso su Il Foglio del 5 gennaio 2005:

«Gli effetti dello tsunami in redazione sono stati tragicomici. Nel giorno in cui Bush ha schierato i suoi due predecessori alla Casa Bianca per avviare un'imponente raccolta di fondi a favore delle vittime del disastro e dopo aver già mobilitato aerei, navi, marines, il fratello, Powell, i freedomcorps e 350 milioni di dollari, Repubblica (Rep.) ha affidato a Vittorio Zucconi (Zuccopycat) la cura della notizia della discesa in campo di Bill Clinton accanto ai due presidenti Bush. La notizia, però, non c'era né alla prima riga, né alla seconda, né nelle prime due colonne, sebbene ci fosse nel titolo. S'è dovuto girare fino a pagina 9, ma anche qui non ce n'era traccia né nella prima né nella seconda colonna, ma solo nella penultima. C'era che Zuccopycat aveva sentito l'urgenza di raccontare altro: i 350 milioni di dollari, per esempio. Una cifra così grande, e non ancora definitiva, da aver costretto il funzionaricchio Onu che aveva accusato l'occidente e l'America di "avarizia" a fare dietrofront: "Non ho visto mai, mai e in nessun disastro internazionale, una profusione così grande di assistenza". Zuccopycat però non ne ha dato notizia, piuttosto ha commentato così: "Gli stanziamenti sono stati decuplicati, dai primi, miserabili 35 milioni di dollari, annunciati da Bush ai più credibili 350 milioni, prova che l'accusa di tirchieria lanciata dalle Nazioni Unite era fondata e aveva colpito il bersaglio". Aver decuplicato i fondi, secondo Zuccopycat, "prova" la "tirchieria" dell'America. A Rep. non interessano né i 350 milioni né la marcia indietro dell'autore di quell'infelice commento sulla tirchieria né gli importa dare notizia che quei 35 milioni, poi diventati 350, erano solo la prima tranche, oppure che all'inizio il disastro non sembrava di queste proporzioni. Ma ogni occasione è buona per dare addosso a Bush. Un po' come noi del Foglio, sempre pronti a criticare Rep. Per esempio: "I morti sono stati decuplicati, dai primi miserabili 12 mila, annunciati da Rep. ai più credibili 145 mila morti, prova che l'accusa di inaccuratezza lanciata dal Foglio era fondata e aveva colpito il bersaglio".

Lo tsunami comunista. Il Manifesto, per la penna di Tommaso Di Francesco, ha scritto ieri che i 350 milioni di dollari e l'impegno americano sono "insomma un intervento strumentale per mettere una pezza all'altro disastro, quello dei 100 mila morti". Dove, in Indonesia? No, "dei 100 mila morti del conflitto iracheno". Tom non li ha contati uno per uno, ovviamente. Però ha spacciato per realtà, per dato certo, un sondaggio statistico, (sì, un sondaggio statistico) di The Lancet su un campione di 988 famiglie irachene non rappresentative ma scelte a caso (sì, a caso), secondo cui in Iraq ci sarebbero stati tra gli 8 e i 194 mila morti che, di media, fa appunto 100 mila (in realtà 98 mila, ma fa niente).

(...)

Il Manifesto ieri era molto preoccupato per la decisione americana di non far gestire all'Onu i 2 miliardi di dollari di aiuti all'Asia. Ma a pagina 3 ha definito il più grande caso di corruzione della storia, cioè l'ammanco di 21 miliardi di dollari che avrebbe dovuto sfamare i bambini iracheni e che invece ha abbuffato il regime di Saddam, funzionari Onu e politici francesi e russi, con queste parole: "La bufera dello scandalo (o presunto tale) dell'operazione Oil for Food". Questo sull'edizione (o presunta tale) di ieri. Secondo l'Unità di lunedì, a pagina 5, Bush ha perso e ora "il coordinamento degli aiuti sarà invece demandato all'Onu".

Lo tsunami nel giornale che fu di Gramsci (e ora non lo è più) è fenomenale. L'altro ieri, in prima pagina: "Tsunami, pochi spiccioli dal governo italiano". E poi: "Aiuti, dall'Italia appena 4 milioni di dollari". Ieri neanche un titoletto piccolo piccolo. Peccato, tutti gli altri giornali scrivevano che l'Italia ha donato 95 milioni di dollari. (Repubblica, pagina 10). Ma l'Unità è andata nel pallone anche col calendario. Indignato, Toni Fontana ieri scriveva che "a 15 giorni dal maremoto" Fini continua a perdere tempo. Ma il maremoto è del 26 dicembre. Nel momento in cui Fontana ha scritto, 3 gennaio, erano passati soltanto 9 giorni.

Non c'è giornale che riporti la stessa cifra a proposito dei fondi italiani. Repubblica, a pagina 10, prima scrive 95 milioni di dollari, poi 70 (che è la cifra ufficiale annunciata dal ministro Fini) compresa la cancellazione del debito. Portentoso Gian Giacomo Migone sull'Unità: nel giro di dieci righe prima scrive che "le cifre annunciate ieri da questo giornale", cioè "4 milioni di dollari", sono "indecorose", poi, con nonchalance, gli indecorosi 4 milioni diventano "oltre settanta milioni di euro". Un bel donare, no? Sì e no: "Sono una cifra di tutto rispetto" ma "che dovrebbe essere almeno triplicata dal governo nei prossimi mesi". E perché non quintuplicata?

Lo tsunami ha fatto parecchi danni all'Unità. Titolo a tutta pagina 5 di lunedì: "Coordinamento europeo, Italia sbugiardata". Tutti gli altri giornali (Corriere a pagina 2, Stampa pagina 3) hanno titolato sullo sbugiardamento della Francia, non dell'Italia. E mentre tutti spernacchiavano la Francia, cui l'Europa non ha affidato alcunché, l'Unità pubblicava contumelie sul Cav dopo "la decisione dell'Unione europea di mettere la Francia al posto dell'Italia". Rettifiche? Figuriamoci. Secondo l'Unità "non ha avuto seguito la proposta di Berlusconi di convocare un G8 straordinario", ma per Il Riformista ci sarà addirittura un G-10. La Adn-Kronos fa sapere che "la proposta di Gordon Brown accoglie le richieste fatte nei giorni scorsi dall'Italia". Ieri l'Unità apriva con "Gli aiuti non partono e li dirige Scelli", "l'amico di Berlusconi". Ma gli aiuti li coordinerà la Protezione Civile, scrivono gli altri, cioè Palazzo Chigi, dove sta il Cav. "Scelli, odiatissimo alla Farnesina", scrive l'Unità, ma Scelli alla Stampa dice: "La cabina di regia più adatta è la Farnesina" ».



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