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Politica - Notizie e Commenti
Le primarie dell'Unione Stampa E-mail
Il significato, il programma (?), i candidati
      Scritto da Francesco Cassani
07/10/05
prodi_barabba_veltroni_vignetta.jpg
(vignetta di Vincino, da Il Foglio)

Il prossimo 16 ottobre si terranno le “primarie” dell’Unione, ovvero le consultazioni tra i simpatizzanti del centrosinistra per dare l’investitura al candidato alla Presidenza del Consiglio in occasione delle elezioni politiche che si terranno nella prossima primavera.

Sul sito internet www.unioneweb.it si possono reperire tutte le informazioni dettagliate sulla consultazione. Noi vorremmo offrire una sintesi sul significato di questa consultazione nel suo insieme, e delle singole candidature in particolare.

Innanzitutto: le primarie sono un bene, una cosa seria, un momento di partecipazione democratica? Oppure un modo per farsi pubblicità, un rito voluto e controllato dai partiti? La verità ci sembra stia nel mezzo.

È vero che chiamare i cittadini ad esprimersi è sempre importante, soprattutto quando si ha un  sistema elettorale per le elezioni politiche come l’attuale, a collegi uninominali (un solo candidato per coalizione), in cui siamo abituati a trovarci candidature imposte dall’alto. E però le primarie sarebbero più importanti proprio nei singoli collegi, ma l’Unione ha detto di non volerle fare. Per di più, queste consultazioni per la designazione del candidato premier non serviranno a scegliere davvero, ma solo a rafforzare l’investitura di Prodi che è già stata fatta dalle segreterie dei partiti. Prodi, infatti, è un leader debole; non ha un partito alle spalle, né un reale potere sui partiti della coalizione. Lo si è già visto nel 1998, quando – dopo un voto di sfiducia – è stato sostituito senza batter ciglio dagli stessi partiti che lo avevano presentato come leader. L’unica forza di Prodi sembra quella, un po’ scaramantica, di aver già battuto Berlusconi nel 1996; oltre che quella di apparire l’unico personaggio in grado di tenere insieme una coalizione vasta e con grandi differenze programmatiche. Prodi ha preteso le primarie per sentirsi più coperto, ma ciò sarà possibile solo perché i maggiori partiti della coalizione – DS e Margherita – non candideranno i loro leader

Aggiungiamo anche che la capacità del “professore” di tenere insieme la coalizione avviene a prezzo della chiarezza: su tanti temi rincorre ora il centro ora l’estrema sinistra, rinviando la soluzione dei problemi alla solita contrattazione che avverrà dopo le elezioni.

Guardiamo per esempio il “Progetto per l’Italia” che sono chiamati a sottoscrivere i cittadini che vogliono partecipare a queste primarie (lo trovate sempre nel sito dell’Unione). Si tratta dei valori di fondo che accomunano i candidati, e che dovranno caratterizzare il programma elettorale, chiunque sia a vincere. Ebbene, ci sia consentito dirlo: aria fritta.

Si legge che “è la fedeltà ai valori di fondo della nostra Costituzione che potrà permettere di aggiornarla per rispondere alle nuove esigenze della società italiana”. Che “la promozione della pace, della giustizia e della libertà tra tutte le genti è per noi un obiettivo e un dovere” (meno male!). Che “la società italiana è e vuole restare una società capace di conciliare sicurezza e libertà nella difesa dello Stato di diritto”. Che “per tornare a crescere sono indispensabili una grande mobilitazione di tutti gli italiani e un profondo cambiamento capace di tenere insieme l’economia, la società e la qualità ambientale” (!). Che (reggetevi forte, arriva il meglio) “l’Italia di domani dovrà avere, assieme, più politiche pubbliche e più mercato” (!!!). Che “sui temi eticamente sensibili come quelli della bioetica (…) l’Unione si impegna a promuovere strumenti giuridici capaci di offrire adeguata e giusta tutela alle esigenze della comunità e ai diritti civili e sociali delle persone”. Tutto chiaro, no?

I candidati che si presentano in alternativa a Prodi lo fanno unicamente per condizionarlo politicamente. Cerchiamo di analizzare brevemente il significato che hanno le singole candidature, nell’ordine in cui compariranno sulla scheda.

Fausto Bertinotti (www.faustobertinotti.it)

E’ lui il vero antagonista di Prodi. Difficile – anzi impossibile – che si ripeta l’exploit di Vendola in Puglia. Anche perché parliamo di elezioni politiche, non amministrative: si tratta di fare le leggi che possono segnare lo sviluppo o mettere in ginocchio un Paese. Bertinotti è politico abile, esperto, affabulante, capace di intercettare la protesta: ma non può sfondare con una ricetta – quella comunista - che porterebbe solo guai. E però un risultato superiore al 20% potrebbe costringere Prodi ad un’ulteriore sterzata a sinistra.

Antonio Di Pietro (www.antoniodipietro.it)

Alzi la mano chi ha capito qual è la linea politica dell’ex magistrato (che quando era pubblico ministero spergiurava che non sarebbe mai entrato in politica).

Ivan Scalfarotto (www.ivanscalfarotto.info)

Possiamo definirlo “esponente della società civile”? Un rappresentante del “popolo dei fax”? Trattasi di un funzionario di banca che si è distinto per “aver preso l’aereo pur di votare per Zaccaria (il presidente RAI più fazioso della storia, ndr) nel suo collegio di Milano”. La società civile può dare di meglio.

Simona Panzino (www.senzavolto.org)

E’ lei la “senzavolto” destinata a rappresentare no-global, tute bianche, centri sociali, insomma la sinistra “antagonista” che rifiuta ogni regola (anche quelle delle primarie, perché non hanno perso tempo ad occupare la sede dell’Unione). Un suo risultato non insignificante danneggerebbe Bertinotti.

Alfonso Pecoraro Scanio (www.pecoraroprimarie.it)

Sedicente ecologista, le sue politiche ambientali si racchiudono nel dire: gli idrocarburi causano l’effetto serra, gli impianti eolici e fotovoltaici “inquinano” il paesaggio, il nucleare mai… La sua vera occupazione - oltre che le campagne per le coppie gay - è di primeggiare nel definire “vergognoso”, “scandaloso”, “indegno”, “arrogante” ogni starnuto degli avversarî politici.

Romano Prodi (www.romanoprodi.it)

Della sua debolezza - che lo costringe ad un programma poco chiaro - abbiamo già detto. Per restare in sella dovrà oltrepassare il 60% delle preferenze, dopodiché gli elettori potranno giudicarlo per il suo pedigree politico. Chi non lo ama dice che è un vecchio arnese della politica, che scandisce prediche banali e demagogiche. Chi lo ama sottolinea che la sua esperienza – anche a livello internazionale – è anche la sua forza, ne attesta la capacità di affrontare anche situazioni difficili. A noi sarebbe piaciuto poter commentare progetti concreti per il futuro del nostro Paese.

Clemente Mastella (www.clementemastella.it)
Il personaggio viene considerato un rappresentante della ‘vecchia’ politica. Che spesso è meno peggio della ‘nuova’, ma ha comunque stancato molti cittadini per l’attenzione eccessiva agli interessi corporativi delle singole categorie. Però è l’unico candidato moderato del lotto: un suo risultato discreto potrebbe fare da contrappeso a quello dei Bertinotti, Pecoraro Scanio, ecc., aiutando Prodi a rendersi più presentabile all’elettorato.



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