La chiesa di S. Marcello al Corso è uno degli antichi “tituli” che individuavano l’organizzazione parrocchiale paleocristiana della città di Roma.
Situata nel Rione Trevi, il nucleo originario risale al IV secolo (intorno al 310), quando e dove, secondo la tradizione, Papa Marcello (308-309) fu condannato da Massenzio a servire nella stalla del Catabulum (grosso modo la Stazione di Posta di Roma Antica), installato dallo stesso imperatore nella sua casa di Lucina.
Gregorio IV (827-844) arricchì questa chiesa di doni, come risulta dal Liber Pontificalis (“item in ecclesia beati Marcelli confessoris atque pontificis fecit vestem de fundato”), così come fece Stefano V (885-891: “canistrum argenteum unum pensantem libras tres, crucem de auro unam vela linea sex et viginti, cortinam lineam unam simulque et historiarum librum unum, omelias s. Gregorii numero viginti”).
Minacciando rovina, fu riedificata una prima volta da Adriano I (772-795: “titulum s. Marcelli via Lata situm a novo restauravit”), e quindi ricostruita già nel XII secolo.
Ceduta nel 1369 da Urbano V all'Ordine dei Servi di Maria, era orientata diversamente rispetto all’attuale posizione e l'abside era dov'è adesso la facciata, prospiciente sulla prestigiosa via del Corso.
Fu teatro di due importanti avvenimenti: il primo, risalente al 1323, quando sulla porta della chiesa venne affissa la sentenza di Giovanni XXII contro Lodovico il Bavaro; il secondo, l'8 ottobre 1354, quando sulla piazza antistante rimase sospeso per due giorni e due notti il corpo di Cola di Rienzo trucidato dalla folla.
Distrutta da un incendio nel 1519, fu ancora riedificata (invertendone l’orientamento), in stampo barocco, su progetto di Jacopo Sansovino; il quale curò pure la direzione dei lavori fino al 1527, quando venne sostituito da Antonio Sangallo il Giovane e Annibale Lippi, che la completarono nel 1592.
È stata restaurata più volte, l’ultima delle quali a spese di Mons. Carlo Antonio Boncompagni, il quale 'sponsorizzò' tra l’altro il nobile prospetto, su disegno di Carlo Fontana.
Tra i numerosissimi e preziosissimi oggetti di culto che qui si conservano, spicca un Crocifisso ligneo miracoloso, rimasto intatto tra le rovine del sopra citato incendio del 1519.
La decorazione tardo-barocca è completata dalle sculture di Francesco Cavallini e dal rilievo di Ercole Antonio Raggi.
Per chi volesse ammirare questo scrigno di arte e di fede, ricordiamo che la Chiesa è sita in piazza S. Marcello, 5 (una piccola piazza che si apre su via del Corso), ed è virtualmente visitabile al seguente indirizzo: http://www.sanmarcelloalcorso.it/.