Vorrei ringraziare Giovanni Martino per l'articolo Quando la pubblicità rende antipatico un marchio.
Troppo spesso la stampa e i media in genere divulgano messaggi non veritieri (e di solito per secondi fini).
Questa generalizzazione della "moderna" famiglia allargata, che abitualmente ci vogliono imporre, non trova riscontro in nessuna statistica.
Se è vero che è in crescita il numero di separazioni e divorzi, non è altrettanto vero che questa situazione sia la normalità, e ancor meno serena.
Purtroppo, frequentemente le opinioni delle persone si formano sul sentito dire e su quello che viene pubblicizzato.
Quando vengono a dir poco osannate trasmissioni televisive come I Cesaroni, la quale – accessibile senza difficoltà anche (e direi soprattutto) ad un pubblico non ancora maggiorenne - propone famiglie e relazioni assolutamente anomale come "normali"…
quando vengono proposte soap opera come Beautiful, in cui non si capisce chi è il padre, il nonno, lo zio, il cognato, il fratello, perché tutti si sono sposati con tutti…
o, ancor peggio, quando ci riempiono i palinsesti televisivi con personaggi imbarazzanti, che sinceramente non vorrei neanche come vicini di casa, facendoli passare per VIP (very important person ???) o profondi opinionisti…
quando in ogni talk show DEVE esserci per forza un trans…
quando i comportamenti immorali di chi a turno ci governa vengono minimizzati o peggio considerati comprensibili…
allora è NECESSARIO che si alzino voci di protesta che mostrino che esiste un'altra realtà (LA realtà).
Che vengano dal Papa, da un arcivescovo, da un ateo, o da chiunque altro, rischiando di passare per un "antico" e "reazionario" e "fuori dal tempo", ma che mostrino che non tutti sono d'accordo con questo modo di vedere la vita.
Nella mia vita, ho avuto spesso occasione di conversare con ragazzi adolescenti, grazie al mio impegno di catechista. Quante volte ho dovuto constatare come i ragazzi siano facile preda di questi messaggi pieni di falsità.
Per questo dobbiamo fornire ai ragazzi non la nostra visione della vita (che non dobbiamo imporre in nessun caso), ma gli strumenti che permettano loro di discriminare tra il bene e il male, tra il "normale" e l'anomalo, tra giusto e sbagliato. E tutto questo è possibile solamente permettendo loro di accedere a tutte le opinioni e informazioni, e non solo a quelle imposte dalla tv e dai modelli attuali.
Per questo ben vengano articoli come quelli di Martino, che mostrino altri punti di vista (corretti a parer mio), che ci aiutino a riflettere un po’ di più.
Grazie e buon lavoro
Riccardo Evangelista
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