Un teatro, un uomo al pianoforte. È Andrea Bocelli. In platea non c’è nessuno. Il grande tenore è lì per registrare un video-messaggio dedicato a un missionario, padre Rick, che lavora ad Haiti. «Allora — dice —, per questa occasione ho pensato di raccontarvi una piccola storia».
E parla di una giovane donna che arriva in ospedale con dolori che fanno pensare a un problema di appendicite. Lei non sa di essere incinta. «I dottori le misero del ghiaccio sulla pancia — racconta Bocelli — e poi, quando il trattamento era finito, le dissero che avrebbe fatto meglio ad abortire. Che era la soluzione migliore, perché il bambino sarebbe venuto al mondo con qualche forma di disabilità. Ma la giovane e coraggiosa sposa decise di non interrompere la gravidanza e il bambino nacque». E poi: «Quella signora era mia madre, e il bambino ero io». Quindi aggiunge: «Sarò di parte, ma posso dirvi che è stata la scelta giusta e spero che questo possa incoraggiare altre madri che magari si trovano in momenti di vita complicati ma vogliono salvare la vita dei loro bambini». Alla fine accenna un canto: «Voglio vivere così... col sole in fronte...». Bocelli è nato con una forma di glaucoma congenito che lo ha reso quasi cieco (il glaucoma innescò un processo verso la cecità che fu accelerato, all'età di 12 anni, da un colpo alla testa durante una partita di calcio. Ndr Europa Oggi).
Il video, 2 minuti e 28 secondi, è su Youtube da qualche giorno. «Ma Andrea lo ha registrato fra fine ottobre e inizio novembre — ricorda la compagna, Veronica Berti —. Io ero lì e quando ho sentito le sue parole sono dovuta uscire perché mi stavo mettendo a piangere». Spiega che quel messaggio, quel racconto, serviva per una serata organizzata da «Nph-Italia», branca della fondazione «Nuestros Pequenos Hermanos» (I nostri piccoli fratelli, ndr Corriere) che si occupa di bambini e con la quale Bocelli collabora. In particolare, era un omaggio all’opera di padre Rick, un prete-chirurgo che ha dedicato venticinque anni ai bimbi di Haiti. «Padre Rick cura tutti i bambini — dice Veronica Berti — ma ha costruito un centro per le mamme con figli disabili. Perché in quel Paese, capita che i bimbi con menomazioni più o meno gravi non vengano accettati e curati». Parla di prima, di prima del terremoto che a gennaio ha devastato l’isola. «Il sisma non c’era ancora stato — spiega Veronica —. Ma Andrea voleva dire alle persone di quel Paese tanto povero, dove i bambini disabili rischiano di non essere accettati dalle famiglie, che anche lui aveva rischiato di non vedere la luce a causa di una forma di disabilità». (...)
Pubblicato sul Corriere della Sera