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Cultura - Storia
Chi ha fatto crollare il comunismo Stampa E-mail
Una mano invisibile guida la storia?
      Scritto da Domenico Martino
14/12/09
Parata militare nella piazza Rossa ai tempi dell'URSS: un gigante dai piedi d'argilla
Parata militare nella piazza Rossa ai tempi dell'URSS: un gigante dai piedi d'argilla
Nell’articolo sul crollo del comunismo abbiamo analizzato le cause che hanno determinato prima il successo e poi la caduta di quell’ideologia.

Abbiamo anche indicato i grandi protagonisti della storia che ne hanno determinato la fine o, quantomeno, ne hanno accelerato il dissolvimento. Almeno due: Giovanni Paolo II, con il suo formidabile sostegno morale alla ribellione della Polonia, prima crepa interna nell’Europa dell’Est; il presidente statunitense Ronald Reagan, che ha rilanciato la sfida politica, militare ed economica dell’Occidente.

L’analisi della caduta del comunismo (quello sovietico, in particolare, visto che il regime cinese si regge ancora in piedi, avendo però rinunciato in larga parte alla sua connotazione ideologica) è formulata, in quell’articolo, in una chiave essenzialmente storica, economica, filosofica, morale. È una prospettiva sufficiente? Possiamo ritenere che le cause ivi indicate siano bastate a far sì che un grande impero crollasse in pochissimi anni e senza spargimento di sangue?

Proviamo a leggere i fatti anche in una prospettiva più profonda, diremmo quasi... “metastorica”.

Innanzitutto, ricordiamo che l’impero sovietico non ha mai ammesso il dissenso ed è sempre stato militarmente aggressivo, al suo interno e all’esterno. Solo a titolo esemplificativo, nel Secondo Dopoguerra:
1945/’48: Europa orientale
1950: Corea
1956: Ungheria
1957: Vietnam
1958: Cuba
1968: Cecoslovacchia
1978: Afghanistan
1981: Polonia (colpo di stato che testimonia come anche il ruolo pur importante di Solidarność non spiega da solo la successiva caduta del regime senza colpo ferire)
1981: il regime comunista è cosi forte, arrogante e aggressivo da cercare di uccidere il Papa.

Ancora negli anni ’80 il comunismo rappresenta il "sol dell’avvenire". Sono sotto il giogo comunista (più o meno diretto) Unione Sovietica, Est Europa, Sud-Est asiatico, Cuba, alcuni Paesi africani e sudamericani. Oltre ovviamente alla Cina. La crisi degli euromissili in Europa è gravissima e la tensione USA-URSS è a livelli massimi. Nel 1980 il regime sovietico celebra se stesso con le Olimpiadi di Mosca. Per restare alle vicende di casa nostra, alle elezioni europee del 1984 il Partito Comunista Italiano ottiene il più grande successo della sua storia con il 33% di voti.
Insomma: sembra alle porte la più grande, tragica e definitiva guerra della storia umana. E invece tutto, improvvisamente, prende una piega diversa.

Come è possibile che in pochi anni un’ideologia aggressiva crolli senza colpo ferire, contro la sua stessa natura?

Ecco che può essere utile quella che abbiamo definito una prospettiva “metastorica”. O, ancor più esplicitamente, provvidenziale.
Beninteso: la Provvidenza si serve anche di processi storici ordinarî, che non sono mai “inevitabili” (come voleva lo storicismo), ma aperti alla libertà umana. Dunque, l’analisi e le ipotesi formulate nel precedente articolo sulla caduta del comunismo possono essere considerate valide anche alla luce di un’azione sovrannaturale.
Ma forse è possibile immaginare anche un intervento provvidenziale più diretto, per quanto sempre da decifrare.

In un articolo sul cosiddetto “quarto” segreto di Fatima avevamo accennato alla grande profezia formulata dalla Madonna, la quale non solo predisse l’avvento del comunismo in Russia, ma disse anche a suor Lucia:
“Sono venuta a chiedere la consacrazione della Russia al mio cuore immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati. Se ascolterete le mie richieste, la Russia si convertirà e avrete pace; diversamente, diffonderà i suoi errori nel mondo, pro¬muovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa; i buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà soffrire molto, diverse nazioni saranno annientate; infine il mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia che si convertirà e sarà concesso al mondo qualche tempo di pace”.

Ebbene, nell'Anno Santo della Redenzione nel 1983, durante il Sinodo dei vescovi, il Papa consacra il mondo al cuore di Maria. Il 25 marzo, con una lettera all'episcopato, annuncia una nuova solenne consacrazione per domenica 25 marzo 1984 e chiede a tutti i pastori di rinnovare con lui questo atto. Nella speranza che si possa finalmente realizzare quanto richiesto dalla Madonna 66 anni prima.
Quindi il 25 marzo 1984, come annunciato, in piazza San Pietro, davanti a migliaia di persone e alla statua della Madonna di Fatima appositamente portata dal santuario, il Papa solennemente affida il mondo e, in particolare, la Russia al «cuore materno di Maria».

Eventi senza conseguenze?

Il 9 febbraio 1984, a 69 anni, muore il leader sovietico Andropov (già capo del KGB). Gli succede Cernenko, esponente dell'ala conservatrice del partito, con il quale si ridesta la tensione diplomatica con gli Stati Uniti. Il quale però muore il 10 marzo 1985, meno di un anno dopo, a 73 anni. Queste due improvvise morti (dovute a “raffreddore”: in quegli anni la propaganda sovietica negava ogni problema di salute dei suoi leader, e servivano i “cremlinologi” per capire cosa si muovesse nelle stanze del Cremlino, il palazzo del potere sovietico) aprono la strada all’avvento del giovane Gorbaciov (54 anni).

Ancora. Il 13 maggio 1984, nell’anniversario dell'apparizione (e della festa) della Madonna a Fatima, si verifica nella base sovietica di Severomorsk, un incidente che distrugge larga parte dell’arsenale militare russo nel Mare del Nord, compromettendo nel medio termine il potenziale convenzionale sovietico, e rendendo impossibile per l’URSS l’opzione militare.

Lucia, l'ultima delle veggenti di Fatima, che ovviamente nulla sapeva di strategie militari o dell’incidente di Severomorsk, in una delle sue rarissime interviste dichiarerà: «La Consacrazione del 1984 ha evitato una guerra atomica che sarebbe accaduta nel 1985».

Un caso? Aggiungiamo che l'atto di liquidazione dell'Urss (che diventa Csi, Comunità di Stati Indipendenti) è sancito l'8 dicembre 1991, festa dell'Immacolata Concezione («il mio Cuore Immacolato trionferà» fu detto a Fatima); e che la bandiera rossa (il vessillo in nome del quale si era perpetrata la più immane strage di cristiani della storia) è stata ammainata dal Cremlino il 25 dicembre 1991, il giorno di Natale.

E tutta una coincidenza casuale senza significato? Può darsi.



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