Immaginate una società dove regola è il sospetto dell'uno nei confronti dell'altro e dove un occhio meccanico impertinente ci scruta ventiquattr'ore su ventiquattro. I più ritorneranno a sfogliare 1984 di Orwell, in cui il Grande Fratello sorvegliava e puniva i dissidenti; i più coltivati avvertiranno verosimiglianze col Panopticon di Jeremy Bentham, modello ideale di prigione dove un guardiano poteva tutto vedere senza essere visto, materializzando "un nuovo modo per ottenere potere mentale sulla mente”.
Tuttavia non occorre disturbare letterati e filosofi, basterà recarsi in Inghilterra. Ebbene sì. Il paradiso del "tutto sotto controllo", a breve, sarà realtà, con la benedizione dei cittadini più timorosi che sborseranno, per il proprio occhio virtuale, 22 euro a settimana. L'onnipresenza delle telecamere, alla quale siamo già abituati passeggiando per le nostre metropoli, adesso diventa un gioco a premi, o meglio a punti, al quale tutti potranno partecipare previa iscrizione.
Andatevi a fare un giro in Inghilterra, appunto. Nelle monarchiche terre della dinastia dei Tudor si sono inventati "Internet Eyes" (Gli occhi di Internet), ovvero un sito controllore che sfrutta la rete di telecamere a circuito chiuso, le OCTV. Il sito attiverà i propri i led d'accensione a fine novembre, dapprima nella cittadina di Stratford Upon Avon, per poi allargarsi a Londra e Inghilterra tutta entro dicembre, con già progetti di espansione continentali.
ll funzionamento del servizio di videosorveglianza ragionata ricorda molto i giochi (ma gli ideatori stigmatizzano il termine “ludico”) a premi della tivù commerciale. L'utente “eye” avrà a disposizione sul proprio terminale le immagini di quattro telecamere assegnate casualmente dal computer centrale e, nel caso in cui l'improvvisato tutore della legge veda un comportamento penalmente perseguibile, provvederà all'invio di un mms o di una e-mail con tanto di fotogramma che accerta la veridicità del comportamento sospetto.
E qui scatta il lato "giocoso" del sistema: se dopo la segnalazione in tempo reale si appura effettivamente un reato, il detective virtuale guadagna tre punti, ma tuttavia, se pur avendo agito in buona fede, il comportamento rilevato non si rivela un'infrazione, ci si mette in saccoccia comunque un punto. A fine mese, gli osservatori più avveduti e dal punteggio più prolifero si ritroveranno sul proprio conto Paypal una cifra pari a 1000 sterline, più o meno 1100 euro.
Gli ideatori di Internet Eyes promettono ai propri clienti un efficace deterrente contro furti, atti vandalici e tutta una serie di comportamenti definiti antisociali come – magari - non raccogliere le deiezioni del proprio animale da compagnia o scambiare genericamente la pubblica via per una pattumiera.
L'idea di questo Grande Fratello della sicurezza nasce una sera come tante - confida l'ideatore Tony Morgan, un passato come ristoratore -, meditando su come il pubblico televisivo, una volta terminate le trasmissioni, sia colto da una sensazione di impotenza dovendo accettare passivamente - tanto nei reality quanto nelle varie accademie di future stars - scelte, nomination ed eliminazioni di concorrenti. Ed è proprio su questo che Morgan ha pensato di far leva: far interagire finalmente gli spettatori con la realtà creando loro il proprio Grande Fratello privato.
E così che questa (in)sana inclinazione dei telespettatori è diventata una forma di business anche per semplici voyeurs, accrescendo la voglia di tutto guardare e “straguardare” alla disperata ricerca di quel qualcosa che “deve” accadere, soprattutto per il bene del proprio portafoglio. Proprio questo pare il punto in questione. Se si è ricompensati per vedere qualcosa che ci auguriamo accada, l'attitudine della nostra coscienza sarà sempre più sospettosa perché ne trarrà un giovamento economico. Così facendo, però, lasciamo il regno della concordia - o pseudo tale - tra cittadini, per quello del legittimo sospetto universale; non sarà più lo spirito di armonia a guidare il corpo sociale, ma quello della supposizione malevola e di un individualismo inasprito ed esasperato, in cui ci si aspetta o, peggio, si spera che il prossimo commetta qualcosa di illecito.
Se così fosse, la smithiana mano invisibile, che aggiusta e compensa l'individualismo di ognuno in vista del fine più alto dell'equilibrio sociale, diventerà, più che una mano, una mannaia, che con fendenti da sacra inquisizione creerà non una società integerrima, ma una collettività dove i rapporti sociali sono subdoli e interessati. In questa società “panoptica”, l'uomo sarà privato anche di quell'innocuo gusto che viene dall'infrangere le piccole regole di convenzione sociale, perché come sottolineava Bentham: "essere incessantemente sotto gli occhi dell'ispettore significa perdere di fatto la capacità di fare del male, se non addirittura il desiderio di farlo". Tuttavia Freud insegna che i desideri, intesi come pulsioni prime, non svaniscono, ma si assopiscono, in veglia vigile, in attesa di venir fuori sotto forme nuove e anche maggiormente deleterie.
Il rischio di una società troppo spiona e di facciata perfetta sarà, dunque, quello di avere di giorno uomini dalle camicie ben stirate che non gettano nemmeno una cicca per strada, e di notte, invece, frustrati impiegatucci - per dirla alla Pasolini - “unti di brillantina e i piedi sporchi” che riversano, su quei quattro teleschermi, i propri deliri d'onnipotenza virtuali, palesando così l'umana impossibilità di appartenere ad una società, appunto, troppo perfetta.