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Cittą e Quartieri - Notizie e Commenti
"Alla sera della vita, saremo giudicati sull'amore" Stampa E-mail
La scomparsa di Gianni Elsner, il noto conduttore radiofonico
      Scritto da Giovanni Martino
19/10/09

«Alla sera della vita, saremo giudicati sull' amore» (San Giovanni della Croce, Parole di luce e di amore, l, 57).


Giovedì 8 ottobre a Roma, nella chiesa di Santa Maria in Montesanto a Piazza del Popolo (conosciuta anche come “chiesa degli artisti”), si sono svolti i funerali di Gianni Elsner, l’attore e e conduttore radiofonico scomparso lunedì 5.

A chi non abita a Roma o nel Lazio probabilmente questo nome non dirà molto, in quanto, pur essendo stato parlamentare e pur avendo interpretato ruoli minori in alcuni film degli anni settanta, il suo nome è legato soprattutto alla radiofonia romana. Era in onda dal 1976, e per oltre trent’anni, dal lunedì al sabato, ha condotto la trasmissione Te lo faccio vedere chi sono io (che prende il nome da una canzone di Piero Ciampi).

A Roma era popolarissimo. Non solo nel senso di personaggio noto, ma anche di personaggio molto amato, tant’è che ai sui funerali hanno partecipato migliaia di persone.

Qual è l’elemento principale che ha suscitato l’affetto del suo “popolo”?

Era innanzitutto un grande professionista, uno dei pionieri della radiofonia privata nella forma della “talk radio”. Il suo colloquio con gli ascoltatori era davvero a 360°, spaziava dall’attualità alla politica, dalla religione alla cultura, dallo sport ai problemi quotidiani.
Un tratto caratteristico di Elsner è stato il suo mettere in pubblico se stesso, parlare – con pudore e senza esibizionismi – della sua famiglia (genitori e sorella, poiché non era sposato), delle sue passioni, delle sue esperienze di vita anche travagliate.

La radio era anche il punto di partenza per iniziative di incontro e di solidarietà: il pacco viveri alla famiglia indigente, la visita medica prenotata per l’anziana malata, la festa organizzata per le persone sole. L'iniziativa più importante, probabilmente, è stata l’adozione a distanza - in corso da molti anni - di migliaia di bambini in Paraguay, seguiti dalla missione retta da un cugino appartenente ai Padri Redentoristi, con la costruzione di numerose scuole.
Per molti ascoltatori, insomma, Gianni era un amico, più che un semplice conduttore radiofonico.

La sua passione forse più grande era quella del teatro. Aveva studiato all’Accademia Silvio D’Amico, fatto parte del Piccolo Teatro di Milano diretto da Strehler. L’esperienza radiofonica, che inizialmente affiancò quella teatrale, divenne ben presto assorbente. Ma Elsner non rinunciò mai a trasmettere questa sua passione al pubblico, a leggere poesie con la sua voce calda e profonda, a promuovere la partecipazione a spettacoli teatrali, scelti tra quelli che riteneva al tempo stesso culturalmente validi e senza pretenziosità. Era capace, sulla fiducia che gli ascoltatori riponevano in lui, di riempire da solo i teatri per più serate riservate.

Era anche la voce più importante della tifoseria laziale. Lui, altoatesino di origine (come si evince dal cognome), venuto a Roma a 25 anni per tentare la carriera di attore, si era innamorato della città eterna (sino a diventarne cittadino onorario) e aveva abbracciato i colori biancocelesti. Viveva il calcio con sentimento popolare: senza snobismi, ma anche senza volgarità e con rispetto di tutti. Non a caso, era stimatissimo anche dai tifosi romanisti.

La sua ricerca costante del dialogo, la sua difesa ferma della tolleranza, caratterizzarono anche battaglie come quella per i diritti degli animali, o la sua parentesi di impegno politico diretto.
Nel 1992 era stato eletto deputato come indipendente nel Partito Radicale, impegnandosi con gli elettori a devolvere interamente il suo compenso a una casa di cura per artisti anziani.
Dopo solo due mesi si iscrisse al gruppo misto. Pannella non credeva che Elsner avrebbe avuto tanto consenso da risultare eletto; quando invece se lo ritrovò deputato radicale, gli chiese di rimangiarsi la promessa elettorale per devolvere al partito parte del compenso...

Insomma, emerge il ritratto di un personaggio a tutto tondo. Ma, ci chiedevamo: qual è l’elemento principale che ha suscitato l’affetto del suo “popolo”?

Ebbene, pensiamo di poter rispondere: la sua carica di umanità, la sua disponibilità verso tutti, lo sforzo di utilizzare la popolarità per fare del bene alle persone deboli o sole.

Subito dopo la sua morte, la radio dove lavorava e le altre emittenti locali per ricordarlo hanno scelto di mandare in onda innanzitutto questa poesia (di cui si litigano la paternità - maternità... - diverse poetesse americane), da lui spesso recitata in maniera magistrale:


Messaggio di tenerezza (Le orme)

Questa notte ho fatto un sogno,
ho sognato che ho camminato sulla sabbia
accompagnato dal Signore
e sullo schermo della notte erano proiettati
tutti i giorni della mia vita.

Ho guardato indietro e ho visto che
ad ogni giorno della mia vita,
proiettato nel film,
apparivano due orme sulla sabbia:
una mia e una del Signore.

Così sono andato avanti, finché
tutti i miei giorni si esaurirono.
Allora mi fermai guardando indietro,
notando che in certi posti
c'era solo un'orma...

Questi posti coincidevano con i giorni
più difficili della mia vita;
i giorni di maggior angustia,
di maggiore paura e di maggior dolore.

Io allora ho domandato:
"Signore, Signore, Tu avevi detto che saresti stato con me
in tutti i giorni della mia vita,
ed io ho accettato di vivere con Te;
perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti
peggiori della mia vita?"

Ed il Signore mi ha risposto:
"Figlio mio, Io ti amo e ti dissi che sarei stato
con te durante tutta la tua vita, e che non ti avrei lasciato solo
neppure per un attimo.
Ebbene, non ti ho lasciato solo.
I giorni in cui tu hai visto solo un'orma sulla sabbia,
sono stati i giorni in cui io ti ho portato in braccio".

(potete ascoltare su youtube l’interpretazione di Elsner).


Oltre trent’anni di trasmissioni radiofoniche, centinaia di poesie lette e interpretate, centinaia di incontri con artisti e personaggi dello spettacolo di fama nazionale e internazionale (Bonolis, Venditti, Proietti, Ferilli, Piovani, Max Giusti, ecc.).
Eppure, incredibilmente, tutti hanno scelto di rendergli omaggio con questa poesia che è un preghiera a Dio (a un Dio incarnato che ha scelto di condividere la nostra condizione e le nostre sofferenze).

Oltre trent’anni di battaglie nel sociale, di passione per la Lazio, di amore per la cultura.
Ma la prima cosa che tutti hanno ricordato è il suo impegno in favore dei più piccoli e dei più deboli, nonché l'ispirazione religiosa di questo impegno.

Gianni Elsner si professava cattolico, era praticante (anche se – come molti – era un cattolico ‘problematico’). Ma la sua fede la possiamo riconoscere dalle sue opere.

Gesù ha riassunto tutta la legge e i profeti nel duplice comandamento di amare Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la mente, e di amare il prossimo come se stessi (Mt 22,37-40).

Ebbene, alla fine della vita saremo giudicati sull'amore.



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