La preghiera dei calciatori egiziani dopo la vittoria con l'Italia
La Fifa (la Federazione calcistica internazionale) ha inviato un "ammonimento" ufficiale alla Federazione brasiliana, perché i giocatori della nazionale, al termine della finale vinta contro gli USA nella Confederations Cup in Sudafrica, hanno ringraziato Dio con una preghiera collettiva in mezzo al campo. Una preghiera ovviamente cristiana. Possiamo discutere all'infinito se, nell'ottica del credente, quella preghiera sia opportuna (perché Cristo è presente in ogni attività della nostra vita) o inopportuna (perché il Signore dovrebbe essere invocato o ringraziato per cose più "importanti"). Se sia sentimento sincero od ostentazione, espressione matura o entusiasmo superficiale. Ma è questione che attiene alla sensibilità personale di ognuno.
Ritenere - come la Fifa - che il legame tra calcio e religione debba essere negato "ufficialmente", o addirittura che la manifestazione pubblica della fede che non offende nessuno debba essere interdetta, merita un solo aggettivo: ridicolo.
Ma attenzione: la Fifa non ha rivolto nessuna censura alla federazione egiziana, i cui calciatori pochi giorni prima, subito dopo la partita vinta contro l’Italia, avevano pregato in mezzo al campo rivolti verso la Mecca.
Allora, per descrivere l'atteggiamento della Fifa ci viene in mente un altro aggettivo: inquietante.