Dalle vie di Prati non si può vedere il vicino 'cupolone'
Al centro di Roma, a due passi dal Vaticano, sorge il Rione Prati. Si tratta di uno dei più noti quartieri della capitale, nato all’indomani della presa di Roma da parte dei Piemontesi, avvenuta nel 1870 con la famosa breccia di Porta Pia. Infatti, come ci hanno insegnato nei libri di scuola, i Savoia furono "costretti" a prendere Roma manu militari, per l’ostinato e irragionevole rifiuto del Papa di donar loro la capitale eterna.
Non solo: anche dopo la presa di Roma il Papa continuò a conservare un atteggiamento ostile, rinchiudendosi in Vaticano quasi a voler denunciare di essere prigioniero. I Savoia avevano insistito – ci assicurano - perché il Pontefice continuasse a risiedere al Quirinale ma, vista l'ostinazione di Pio IX, decisero di prenderne possesso. Tutto ciò aveva naturalmente incrinato i rapporti con la Chiesa cattolica, creando una situazione di tensione che non era certamente nelle intenzioni dei nuovi regnanti (e del gruppo di potere, interamente massonico, che li sosteneva).
Proprio per dimostrare che il loro intento era solo quello di “modernizzare” Roma, nel rispetto della sua storia e della fede professata per secoli, decisero di cominciare quest’opera di “modernizzazione” dalla zona più vicina al Vaticano. Come primo beau geste, decisero di intitolare la più importante delle nuove piazze - a soli duecento metri da piazza S. Pietro - a quel Risorgimento che finalmente aveva posto fine al potere papale.
Quindi, intitolarono le altre principali piazze del nuovo rione al massone Cavour, all’illustre sconosciuto Cola Di Rienzo – salito agli onori della toponomastica in quanto ritenuto anticlericale – e, infine, al massone Mazzini.
Particolare interessante è che piazza Risorgimento, piazza Cavour e piazza Cola Di Rienzo formano un perfetto triangolo rettangolo. Ancor più interessante, però, guardando la cartina, è notare che piazza Mazzini si trova sullo stesso asse di piazza Cavour, e con questa forma un triangolo ancor più grande, che segna il cuore del nuovo quartiere: un triangolo con ai due vertici della base due massoni e al vertice opposto il Risorgimento…
Alcuni studiosi un po’ maliziosi hanno voluto vedere in questi triangoli un riferimento alla figura geometrica tanto cara all’immaginario massonico. In realtà, l’interpretazione più corretta appare quella che in ciò vede l’intento di richiamare la SS. Trinità. Tanto è vero che in piazza Cavour fu anche eretta una grande chiesa… valdese.
La più importante delle chiese cattoliche è invece S. Gioacchino che, pur sorgendo a venti metri dalla piccola piazza dei Quiriti, non ha affaccio sulla piazza stessa, ma sulla laterale via Pompeo Magno. Ad ogni buon conto, l’amministrazione romana ebbe la sensibilità di impreziosire la piazza con una grossa fontana di travertino, nella quale troneggiano donnone nude sedute che sorreggono una vasca ed una pigna.
Il Comune – ci assicurano ancora - si era proposto di finanziare la costruzione della nuova chiesa, ma l’orgoglioso papa Leone XIII (cocciuto come il predecessore) preferì fare appello alle elargizioni di tutte le nazioni cristiane del mondo.
Infine, e qui è il vero e proprio colpo di genio di quegli architetti, tutte le vie sono state tracciate con un’angolazione tale che da nessuna delle strade del quartiere è possibile scorgere la basilica di S. Pietro. E se alcuni hanno voluto vedere in ciò un rigurgito anticlericale, che ha privato quelle vie di uno stupendo scenario, oggi non possiamo non giudicarla una scelta lungimirante, che da oltre un secolo ha saputo garantire la riservatezza del Pontefice, tenendolo al riparo da occhi indiscreti.