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Politica - Notizie e Commenti
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Combattere la criminalità ‘importata’ per riavere sicurezza e combattere il razzismo
      Scritto da Domenico Martino
19/11/07

bastaparole_fatti.jpgIn alcuni articoli di questa estate, anche noi – nel nostro piccolo - avevamo evidenziato i dati estremamente preoccupanti sulla criminalità nel nostro Paese, in particolare quella di origine straniera, e sulle conseguenze negative dell’indulto.

L’allarme era stato lanciato da più parti, ma non è stato raccolto. Non è stato raccolto dal Governo Prodi, che non ha chiesto (come poteva) una moratoria sulla libera circolazione dei cittadini dei Paesi dell’Est nuovi membri dell’Unione Europea; non ha stanziato i fondi per consentire materialmente le espulsioni; e addirittura ha in animo di ammorbidire una legge – la Bossi-Fini – già rivelatasi insufficiente a controllare il fenomeno migratorio. L’allarme non è stato raccolto dalla magistratura, che non applica correttamente le disposizioni esistenti in materia di espulsione di clandestini senza lavoro o dediti ad attività criminali. L’allarme non è stato raccolto da molti enti locali, che non hanno vigilato sul sorgere di baraccopoli e sul commercio abusivo.

Si è dovuta aspettare una morte assurda e orribile come quella di Giovanna Reggiani. Intendiamoci: non è la prima morte orrenda per mano di criminali stranieri, isolati od organizzati in bande. Ricordiamo le stragi nelle ville del Nord, consumate con disumana ferocia solo per compiere una rapina; e tralasciamo stupri, rapine, frodi, che pure sono capaci di devastare la vita di un cittadino.

La morte della signora Reggiani, però, è avvenuta a Roma, la vetrina del nuovo segretario del Partito Democratico, Veltroni. Si tratta dunque di una morte che ha stracciato il velo di omertà sul degrado delle nostre città, che ha ricordato come le Notti bianche, le Feste del cinema non possono nascondere le baraccopoli lungo i fiumi Tevere e Aniene, le periferie dimenticate, i quartieri cinesi senza legge, l’assenza di servizi, il traffico impazzito, e l’elenco potrebbe essere lungo.

Sentiamo già l’obiezione del benpensante di turno: “non esiste solo la criminalità straniera”, “non bisogna alimentare razzismo e xenofobia”. Beh, i dati parlano chiaro: la criminalità straniera ha assunto una rilevanza del tutto particolare; bisogna nascondere la testa sotto la sabbia per non alimentare il razzismo? Il miglior modo di combatterlo non è, piuttosto, quello di rispedire a casa gli immigrati disonesti (come fanno tutti gli altri Paesi), per evitare che siano confusi con quelli che lavorano onestamente?

Sappiamo bene che anche tra gli Italiani ci sono i ladri o i violenti. E proprio perché in Italia siamo deliziati dalla presenza delle grandi e piccole mafie nostrane, non ci sembra il caso di importare anche quella cinese, russa, albanese, ecc. L’obiettivo dovrebbe essere quello di combattere tutta la malavita, cercando se possibile di estirparla; non di far diventare il nostro Paese una sorta di Tortuga (l’isola rifugio di tutti i pirati).

Altrimenti, che senso ha alzarsi in piedi e applaudire il cantante di turno che grida contro la mafia, commuoversi di fronte a tragedie come quella della Reggiani, battersi contro la prostituzione e lo sfruttamento di donne trattate come schiave, se, poi, non si agisce concretamente per eliminarne le cause?

Ma questa è proprio l’essenza dell’ipocrisia del politicamente corretto: presenziare ai funerali, stringersi accanto alla famiglia della vittima, dirsi stupiti e increduli di fronte a simili efferatezze e poi agire nella direzione opposta a quella necessaria per impedire che si verifichino.

 



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