Chiedete ad un giovanissimo che cosa gli fa venire in mente la data del 31 ottobre. Vi risponderà, probabilmente, che è la festa di Halloween. Se insistete a chiedergli di che si tratta, comincerà ad essere più generico: risponderà che si tratta di un’antica festa americana in cui si festeggiano scherzosamente i morti, mascherandosi con zucche, teschi e simili decorazioni.
Chiedete invece ad un giovane di almeno trent’anni, o ad un adulto, quand’è che ricorre la Commemorazione dei Defunti. Vi risponderà il 2 novembre, il giorno seguente alla festa di Ognissanti. Le due feste sono legate, nella liturgia cristiana, perché i “Santi” non sono solo gli uomini proclamati tali e indicati come esempio dalla Chiesa ("canonizzati"), ma tutti i cristiani che vivono nella grazia di Dio, "salvati". Festeggiare i defunti il giorno successivo a quello di Ognissanti è l’occasione per pregare per i proprî cari (senza maschere, magari visitando un cimitero): affinché possano entrare anch’essi nel novero dei santi, se stanno vivendo un passaggio di purificazione; e per sentirli vicini nella “comunione” dei santi (quelli già al cospetto di Dio, e quelli chiamati alla santità con la Grazia del battesimo), sino al momento in cui sarà possibile reincontrarsi.
Qual è, dunque, il vero significato della festa di Halloween?
Se prendete un vocabolario inglese, cosa trovate alla voce Hallowe'en (contrazione di All Hallows Eve)? Trovate... "vigilia di Tutti i Santi"! In effetti il 31 ottobre è la vigilia del 1 novembre, e la liturgia di Ognissanti prevedeva una veglia...
Dal 731 d.C. - secondo la tradizione più accreditata; altri parlano del 1048 - il 1 novembre per tutta l’Europa cristiana è il giorno dei Santi defunti. Nei paesi di lingua inglese la festa si chiama Hallowmas (contrazione di All Hallows Mass), cioè “Messa in onore di Tutti i Santi”. La vigilia, appunto, si chiama Hallowe'en.
C'è però il tentativo di snaturare il carattere cristiano di questa festa, e della Commemorazione dei Defunti, sovrapponendovi il culto dei morti pagano e precristiano, che in alcune culture (celtica) veniva celebrato nello stesso periodo. Evocando tale culto si vuole sostituire la responsabilità morale con la magia; o ci si rifiuta di interrogarsi sul senso della morte, preferendo esorcizzarla con burle e mascherate.
(Qualcuno sottolinea che la festa celtica veniva celebrata prima di quella cristiana. Sottolineatura - ci sia permesso - insulsa: non esiste una "primogenitura" delle feste, quasi che la maggiore antichità possa offrire maggiori garanzie di verità. Il paganesimo è uscito dall'orizzonte culturale dell'Europa da oltre millesettecento anni, superato dalla ricchezza dell'umanesimo cristiano; se qualcuno vuole recuperare quel paganesimo, lo dica apertamente.)
Halloween non è neanche, propriamente, una festa “americana”, perché negli Stati Uniti è stata importata dagli immigrati europei.
In America si è progressivamente indebolito il suo significato religioso, anche per la presenza più debole della Chiesa cattolica. Halloween è stata di volta in volta adattata dalle famiglie nobili per organizzare serate di beneficenza (creandone una dimensione giocosa); dai giovani sbandati come momento trasgressivo (finché per un periodo fu vietata); dall’esercito per farne un momento patriottico e di nostalgia del focolare; dalle industrie dei giochi, dei costumi e dei dolci per farne un grande evento commerciale per bambini e ragazzi, un secondo carnevale.
Concludendo: il "vero" Halloween è una festività cristiana che appartiene alla tradizione anglosassone, e che quel mondo farebbe bene a riscoprire nella sua dimensione autentica.
Il "nuovo" Halloween è una carnevalata magico-consumistica estranea alla cultura anglosassone, e soprattutto alla nostra. Noi il Carnevale ce l’abbiamo già, a febbraio-marzo (anch’esso ha un significato indirettamente liturgico, carnem levare: indica gli ultimi giorni in cui è possibile folleggiare e mangiar carne prima della penitenza quaresimale). E a noi il carnevale piace molto. Ma non ci piace deformare le nostre tradizioni culturali e religiose per ignoranza, per il gusto di buttare tutto in barzelletta, per reintrodurre surrettiziamente culture magiche, o per seguire supinamente mode e speculazioni commerciali (o magari per assecondare le più o meno evidenti 'battaglie' contro i simboli religiosi).
Decliniamo gentilmente gli inviti alle mascherate: Pulcinella (quando è il suo momento) è molto più simpatico e ricco di significati di Jack-o’-Lantern; e ci sembra abbastanza infantile il desiderio di "esorcizzare", tra schiamazzi e streghe, un mistero profondo come l'Aldilà.
Al bambino che ci chiedesse: “dolcetto o scherzetto?” potremmo regalare un dolcetto... ed un santino!
Riferimenti bibliografici
Giancarlo Padula
Halloween, giù la maschera!
Melograno editore - Ortovero (Sv) 2005
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