Le Settimane Sociali sono il momento in cui la Chiesa italiana - i suoi vescovi, il suo clero, i suoi laici - si riunisce per riflettere sulle esigenze culturali, sociali, economiche e politiche del nostro Paese. Si è sempre trattato di occasioni uniche per calare i princìpi della dottrina sociale della Chiesa nella realtà concreta di una nazione, ed offrire al dibattito pubblico una ricchezza di contributi che altrove è difficile rinvenire.
Quest'anno la 45ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani si è tenuta a Pistoia dal 18 al 21 ottobre, per ricordare i cento anni della prima edizione svoltasi a Pistoia nel 1907 (voluta da un pensatore vividissimo - giurista, economista, filosofo, politologo - come Giuseppe Toniolo).
Il tema di questa edizione è stato “Il bene comune oggi: un impegno che viene da lontano”. Sono stati oltre mille i delegati che sono convenuti da tutta Italia e che hanno partecipato alle sei sessioni in cui si è articolato l’evento: “Il bene comune nell’era della globalizzazione”, “Le prospettive della biopolitica”, Il rapporto tra “Stato, mercato e terzo settore”, “Educare e formare”, “Un futuro per il bene comune?”.
I media, come sempre, riportano ciò che della discussione può essere legato alla polemica politica. Così, del saluto di Benedetto XVI ai convegnisti, è stato estrapolato un passo in cui il Pontefice lamenta che la "precarietà del lavoro non permette ai giovani di costruire una loro famiglia". Chi vuole tirare il Papa per la giacchetta vi ha visto una condanna della legge Biagi!
In realtà, come ricorda un articolo di Pietro Ichino che abbiamo ripreso, la legge Biagi non ha introdotto in Italia il lavoro "precario", ma lo ha regolamentato per combattere disoccupazione e lavoro nero.
Ad ogni modo, oggetto primario dell'attenzione del Papa non era la stabilità del lavoro in sé, ma la stabilità della famiglia (tema che sembra stare meno a cuore a molti di coloro che applaudono il Papa a corrente alternata)...
Il vero tema della Settimana Sociale ci sembra meritasse ben altra attenzione: abbiamo ancora l'idea che esiste un "bene comune" quale fine dell'azione politica? Come lo identifichiamo?
Oppure siamo rassegnati a che il confronto politico e sociale sia una lotta senza esclusione di colpi tra gruppi di potere e di interesse?
Ci auguriamo che vi siano persone dotate di sufficiente curiosità intellettuale per non accontentarsi dei resoconti sommari dei media, ma che vogliano approfondire la ricchezza dei contenuti emersi nella Settimana Sociale, sul sito internet www.settimanesociali.it: il Documento preparatorio, i Contributi alla riflessione, il Messaggio del Papa, le Relazioni tenute dai maggiori esperti italiani nelle diverse materie.