Lo scorso 26 maggio, intervenendo alla Conferenza nazionale sulla famiglia organizzata dal ministro Bindi, il presidente del Consiglio Prodi proclamò solennemente: "I due terzi del 'tesoretto' saranno destinati per alleviare le situazioni di indigenti, anziani e famiglie numerose" (i due terzi corrispondono circa al 66%).
Le ultime parole famose.
Il 29 giugno il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge per l’utilizzo dell’extragettito di 10 miliardi di euro annui, nel quale sono previsti 1,5 miliardi per l’aumento delle pensioni più basse (più 900 milioni di una tantum): e siamo - a regime - al 15%.
Nulla è previsto per gli “indigenti”, a meno di volerli ricomprendere tra gli anziani con la pensione minima.
E le famiglie? Lo ‘sforzo’ è di 40 milioni (sì, avete letto bene: quaranta milioni) per rifinanziare in parte il “bonus bebé”: corrisponde allo 0,4% del tesoretto! Altro che due terzi!!
Per il resto, qualche finanziamento a pioggia qua e là (come il “sostegno alla pesca durante il fermo biologico”...), ed il grosso destinato al risanamento del debito (con la spada di Damocle, però, dei costi per la possibile abrogazione dello “scalone” pensionistico).
Insomma, nessuno cerchi di prenderci in giro con frasi del tipo: “Dell’aumento di alcune pensioni, della riduzione del debito (o del sostegno alla pesca), dopotutto, beneficiano anche le famiglie”. La verità è che di politiche mirate a sostegno della famiglia – di cui in Italia c’è disperato bisogno – non si vede l’ombra; tantomeno si vede il sostegno alle famiglie numerose penalizzate nell'ultima Finanziaria.
Gli impegni di Prodi – prigioniero dell’estrema sinistra - si confermano ancora una volta, ahinoi, parole al vento.