Ha vinto l'Italia del calcio che è un po' uno specchio del Paese reale.
Un Paese che spesso indulge alle polemiche, a volte alle furberie, ma tira sempre fuori l'orgoglio nei momenti difficili.
Erano attesi i Totti, i Toni, i Gilardino; invece hanno vinto soprattutto Grosso, Gattuso, Pirlo, Buffon, Cannavaro, Materazzi: il gruppo, i giocatori che sanno dare tutto sul campo, che sanno vincere - finalmente - cantando l'inno di Mameli. (Anche se magari, durante l'anno, fanno entrate troppo dure sui colleghi, prendono qualche integratore di troppo, scommettono sulle partite... Speriamo capiscano che non sono le scorciatoie a regalare le vere soddisfazioni).
Hanno vinto, abbiamo vinto noi tifosi, che ci esaltiamo per i successi autentici, guadagnati sul campo. (Anche se magari, durante l'anno, pensiamo che la nostra squadra sia sempre danneggiata dagli arbitri, mentre gli avversari debbono essere retrocessi o andare in galera...).
Abbiamo vinto alla faccia di chi cerca di speculare sulle nostre passioni. E alla faccia - perché no - di quegli stranieri che continuano a descriverci per luoghi comuni (e di quegli italiani che prendono a prestito gli stessi luoghi comuni).
Hanno vinto gli Italiani che hanno bisogno anche di queste occasioni per cementare l'identità nazionale: l'ha detto il presidente della Repubblica Napolitano, per cui possiamo dirlo anche noi, senza essere tacciati di becero nazionalismo. Abbiamo tifato tutti Italia, anche perché al Governo non c'é più il centro-destra, e quindi non c'era chi - come quattro anni fa - "gufava" temendo che una vittoria avvantaggiasse gli avversari politici... (fa eccezione il buon Sansonetti, direttore di Liberazione - quotidiano di Rifondazione comunista -, al quale "ha dato un po’ fastidio quel brulicare di bandiere tricolori in tutte le città". Se ne farà una ragione). Oggi, invece, abbiamo tutti potuto ammirare la 'sobrietà' con cui l'attuale Governo ha partecipato all'evento: evitando accuratamente che tutti i suoi ministri facessero una sfilata esibizionista (anche se Gigi Riva non ha potuto fare a meno di denunciare le passerelle dei politici e dei nuovi vertici del calcio); facendo ogni sforzo per allontanare ogni sospetto di strumentalizzazione della vittoria... (era più invadente la Melandri o Paolini?)
Hanno vinto gli Italiani istintivi, che trovano l'orgoglio e il senso di responsabilità a corrente alternata, sulle ali dell'entusiasmo. Speriamo che gustino sino in fondo questi sapori, e imparino a cercarli sempre. Speriamo che la vittoria non sia un anestetico rispetto ai problemi - calcistici e non - che ci attendono.
Hanno vinto anche gli Italiani che saliranno sul carro del vincitore, quelli che vorranno ricominciare tutto come prima, che torneranno a dividersi in guelfi e ghibellini, in giustizialisti e perdonisti.
Viva l'Italia.